Situato nell’emisfero australe del misterioso pianeta Magnolia, Kharlan è un continente geograficamente isolato per volere delle quattro divinità antiche. Là dove un tempo la sua parte più settentrionale si congiungeva col resto del mondo, oggi non rimane che una gigantesca voragine che stronca sul nascere ogni tentativo di varcare il confine. Allo stesso modo anche l’oceano, che cinge come in un abbraccio il resto del continente, si estende per miglia oltre orizzonti che nessuno è mai riuscito a superare, e tutto quel che le aeronavi riescono a vedere dall’alto dei cieli è un’intensa nebbia bianca che fagocita ben oltre dove lo sguardo riesca a spingersi.
Kharlan è una gabbia senza porta: ci nasci, muori e resusciti.
In un ciclo di morte e resurrezione di cui solo gli dèi conoscono i misteri.
Diviso in quattro grandi nazioni - l’Impero del Drago Nero dell’Horai, la Federazione del Wesir Unito, il Regno del Niflheimr e la Nuova Aztlan Indipendente - ciascuna delle quali ha una propria storia, cultura e lingua, e popolato da creature umane e non-umane che da tempi immemori convivono in un clima di tensione, Kharlan è asservito al volere di nove divinità: Sungura della luce, Lunaris dell’oscuromanzia, Eranis della giustizia, Baldros della geocinesi, Nito della necromanzia, Judang dell’oratoria, Garuda del sangue, Martel della taumaturgia e Yedral della resurrezione, padrone di Adamantia.
Adamantia è una piccola isola nell’oceano Ægiris; la luce dorata che la avvolge e si innalza verso il cielo è ben visibile da qualunque angolo di Kharlan, quasi un monito dell’onnipresenza degli dèi. Ospita l’albero Yggdrasill, fautore del ciclo di morte e resurrezione, le cui immense radici la ricoprono per intero riversandosi poi in mare. Ogni persona nata a Kharlan possiede un tesoro chiamato Silpetit: una gemma incastonata nella pelle, al cui interno sono custoditi cinque semi Yggdrasill, il cui potere è di instillare la vita strappata in modo innaturale. Cinque possibilità di resuscitare dopo essere stati uccisi.
Oscura e truculenta è infatti la storia di Kharlan, segnata dalla rinascita dopo un periodo buio di cui oggi serba memoria solo la Chiesa di Martel…

"Quando il mondo era un vortice di guerre senza fine e atrocità, gli dèi fecero ai popoli dono di un seme: esso venne piantato al centro del mondo, ed era un miracolo.
Sarebbe dovuto crescere in un rigoglioso albero, l'albero Yggdrasill, ed elargire saggezza e rettitudine a quel mondo malato. Ma il seme non fece in tempo a vedere la luce del sole: la sua prima alba aveva già il colore del sangue. L’albero si reggeva su radici nere e i suoi fiori appassiti appestavano l’aria con l’odore della putrefazione, tanto che nessuno ebbe più l'ardire di avventurarsi sul sacro suolo ove la pianta continuò a prosperare indisturbata.
Essa, non più benevola come avrebbe dovuto essere, iniziò a nutrirsi della negatività del mondo, risucchiando le anime dei peccatori. E così, alla fine, non ci fu più nessuno.

L'albero maledetto sterminò l'antica popolazione di Kharlan, dedita alla guerra come se una strana anomalia al livello cerebrale li avesse resi incapaci di vivere senza spargere sangue. Qualsiasi forma di vita umana fu estirpata e tutte le anime intrappolate nelle interminabili radici dell’albero Yggdrasill: una prigione magica, il cui obiettivo era purificare tutto quel marcio.

La memoria di quell'epoca buia andò persa per sempre e quando gli dèi decisero di dare a quella terra una seconda possibilità, l'immenso albero cominciò a rilasciare le anime. Ancora oggi gran parte degli abitanti di Kharlan, infatti, custodisce inconsapevolmente l'anima di uno di quei mostri che furono spazzati via.
A seguito di questo evento Kharlan visse un duraturo periodo di pace, e ciò convinse gli dèi di aver fatto la scelta giusta e che la purificazione fosse andata a buon fine. Gli uomini avevano di nuovo il diritto di vivere… o di sprecare la loro ultima possibilità.”

Così insegna la Chiesa di Martel.