How to: richiedere modifiche alle schede

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    Kharlan GDR

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    How to: richiedere modifiche alle schede
    Se la vostra scheda convalidata ha bisogno di un qualsiasi tipo di modifica, che vada dal grafico alla revisione dei contenuti, questo è il topic in cui farne richiesta, fermo restando che l'ambito tecnico non può essere modificato se non in circostanze importanti (es. un cambio di classe).
    Per richiedere la modifica della vostra scheda compilate il form:

    CODICE
    <b>Nome personaggio + link scheda:</b>
    <b>Richiedo la modifica di:</b> indicate in questa voce ogni modifica che avete fatto, ad esclusione di correzioni ortografiche o stilistiche.
    <b>Codice:</b>
     
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    Inauguriamo questo topic 😎

    Nome personaggio + link scheda: Noor Chandrakant
    Richiedo la modifica di: Principalmente una correzione generale di alcuni typo (spero di averli beccati tutti!), e intanto che c'ero, sono state sistemate leggermente anche alcune frasi, l'ordine delle parole, per farle scorrere un po' meglio.
    Oltre a ciò, il punto di tutto, sono state apportate delle modifiche riguardo alcune diciture riguardanti gli Afarit e il loro deficit in questi punti: un'aggiunta in Occupazione riguardo il suo lavoro e come interagisce con i clienti; e nel carattere è stata tolta questa parte "o scrivere quello che vuole veramente intendere sul blocco note del suo cellulare vecchio modello." vedendo che, beh, non dovrebbe funzionare.
    Codice:
    HTML
    <div style="background: transparent; width: 620px !important"><div style="background-image: url(https://i.imgur.com/11cFsPE.png); width: 620px !important; height: 185px !important"><div style="background-image: linear-gradient(to bottom, transparent, transparent, #050505); width: 620px !important; height: 125px !important; padding-top: 60px"><div class="cs_name" style="color: #c1eccf">Noor Chandrakant</div></div></div><div style="background-color: #050505; padding: 10px; border-bottom: 10px solid #c1eccf"><div class="cs_info" style="overflow: auto; height: 123px !important; padding-right: 5px">&#10022; <b>Nome e cognome:</b> Noor Chandrakant.
    A quanto pare suo padre, grande amante della letteratura, aveva deciso di chiamarlo “Noor” per un significato ben specifico, qualcosa riguardo la luce. O erano gli astri? Lampade? Lampioni? Uhm, Noor non se lo ricorda anche perché non aveva prestato poi tanta attenzione quando il genitore glielo aveva spiegato con entusiasmo da bambino. Va detto, però, che quando lo aveva chiesto a sua madre, ella aveva ammesso che nemmeno lei se lo ricordava anche perché, apparentemente, aveva acconsentito perlopiù perché le piaceva il suono. Il suo soprannome più comune è Nura, mentre quello famigliare è Nunu.

    &#10022; <b>Età:</b> Noor ha 27 anni, anche se fisicamente, specialmente di viso, ne dimostra qualcuno in meno.

    &#10022; <b>Data di nascita:</b> È nato l’8 Jeuvin sotto il segno della Luna, ascendente Vergine.

    &#10022; <b>Luogo di nascita:</b> Noor è nato nella catena montuosa di Sadak nel Wesir orientale, dove ancora la sua famiglia risiede, ormai da diversi anni, in una dimora fissa, una sorta di baita nelle montagne, in seguito all’unione di sua madre con un umano. La famiglia di sua madre era originariamente dell’Horai, poi migrata nel Wesir generazioni or sono.

    &#10022; <b>Residenza attuale:</b> Vive, insieme ai suoi compagni e amici animali, in un villaggio non troppo lontano da Na'ir, nel Wesir orientale. Il villaggio in questione si chiama Nabibi, la cui popolazione è esigua, con a malapena 500 abitanti, e si trova nelle vicinanze di un piccolo fiume e un’ampia foresta. Ed è tecnicamente proprio in questa foresta in cui Noor vive, in una sorta di capannone stato ristrutturato per essere abitabile anche grazie all’aiuto degli abitanti del villaggio. C’è acqua e corrente elettrica funzionante. Oltre che internet. Di fianco a questa particolare abitazione, c’è un’ampia stalla per tutti i suoi animali anche se normalmente fa dormire la sua gallina preferita dentro casa.
    La zona abitabile è praticamente un open-space, con zona giorno e zona notte nella stessa stanza. Da un lato c’è la cucina, con fornelli e frigo, un tavolo con qualche sedia poco più in là. Nelle vicinanze c’è la porta che porta al bagno. Dall’altro lato della stanza possiamo notare un camino che viene accesso raramente, perlopiù nelle notte più fredde dell’anno o per cucinare. Lì di fronte c’è il suo enorme letto, sempre sfatto anche perché non riesce a stare fermo quando dorme. Al muro c’è un disordinato armadio mentre, in un angolo, c’è un divano un po’ malandato ma comunque funzionante, e una scrivania con sopra il suo fidato computer, forse l’oggetto più costoso dell'intera abitazione.
    Ha un ottimo rapporto con i vari abitanti del villaggio, avendoli conquistati con la sua gentilezza ed allegria. Aiuta spesso in giro, come fosse una sorta di tuttofare, e in cambio gli vengono sempre donati almeno dei prodotti locali. Per rispetto nei suoi confronti, gli abitanti tengono lontano effigi religiose da lui. Nessuno ha ben capito quale sia il suo lavoro, ma è bravo con gli animali, quello lo hanno compreso tutti anche se i dubbi rimangono considerando anche che la sua natura di Afarit non aiuta la comunicazione.

    &#10022; <b>Occupazione:</b> Il suo lavoro principale è quello di addestratore di animali, ed è abbastanza famoso per l'ambiente per la sua efficienza nonostante non siano in molti volenterosi d'ingaggiarlo anche per colpa della sua natura di Afarit, rendendolo a detta di alcuni ancora più complicato lavorare con lui nonostante possano venir aiutati da una sorta d’interprete. In precedenza, era stato u’ assistente di un veterinario, lavoro che aveva poi lasciato non appena era riuscito a diplomarsi dall’università dove studiava, con fatica, proprio veterinaria. Vorrebbe tanto studiare i draghi, per cui sta provando ad approcciare la comunità Rakhav&#257;l&#257;; dell’Horai per farsi istruire. Inoltre, vuole assolutamente essere il primo a documentare l’effettiva presenza del Mange Rêves de Lygna. Sai che scoop!
    Ma Noor è conosciuto anche per altro: ha un canale su V-Tube (Lux Zmaragdus Draconis o, più semplicemente, Zmara) che tiene aggiornato con frequenza, postando per lo più vlog della sua vita, di cucina, di come sfruttare risorse naturali, come prendersi cura degli animali o anche le sue “gite” per le catacombe o altri luoghi di nota specialmente del Wesir. Al momento i suoi assistenti sono proprio i suoi animali. I suoi video non sono di certo di una qualità altissima, ma è riuscito ad ottenere ben 50k followers anche grazie al fatto che sono piuttosto coinvolgenti ma allo stesso tempo quasi adorabili e simpatici da seguire. Ha ingaggiato un assistente che lo aiuta a produrre sottotitoli “corretti” del suo parlato per i suoi video, lavorano insieme via videochiamata vedendo che il suddetto vive in un'altra nazione.

    &#10022; <b>Razza:</b> Afarit.
    &#10023; Pregio: Forza.
    &#10023; Difetto: Magia.

    &#10022; <b>Equipaggiamento:</b>
    - [ <b>Ascia da lancio</b> ]
    - [ <b>L'ira del re drago</b> ]

    &#10022; <b>Lista Animali:</b> Cocomilla II (Gallina), Henry-Jean V (Gallo), Alaska (Fennec), Kiwi (Pappagallo), Nobunaga (Tigre Gigante di Fuhua), Zitkala (Mischeo), Ehi tu/Drago-lupo/Shantal (Lucasis, [URL=?t=6334163]Shaw[/URL])!New.

    </div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #c1eccf">Bougainvillea « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">FIORE</span> <i class="fas fa-fan"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #c1eccf">Prehnite, tra le clavicole + 5/5 « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">SILPETIT</span> <i class="fas fa-gem"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #c1eccf">Ranger « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">CLASSE</span> <i class="fas fa-user-circle"></i></div> <div class="cs_pv"><div style="border-bottom: 2px solid #201818; padding-bottom: 5px; margin-bottom: 5px; text-align: left"><i class="fas fa-id-card" style="margin-right: 5px"></i> Yan Qing</div> Fate/Grand Order <i class="fas fa-atlas" style="margin-left: 5px"></i></div> [IMG=J8gFTt8]https://i.imgur.com/J8gFTt8.png[/IMG] <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_psiche">psicologia</div><div class="cs_desc1" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Che dire, Noor non è solo una persona espansiva e molto socievole, ma anche piuttosto cordiale e gentile. Infatti, per esempio, si premura sempre di salutare ogni persona di sua conoscenza che incontra per strada oppure, se nota qualcuno in difficoltà, è sempre pronto a porgere una mano d’aiuto senza mai chiedere qualcosa in cambio.
    Di primo impatto può sembrare quasi minaccioso, colpa della sua natura da Afarit e quasi imponente altezza, ma la verità è che non farebbe male a nessuno, nemmeno una mosca, se non direttamente provocato. Va detto, dunque, che in gioventù era stata non poche volte coinvolto in risse, anche con solo l’intenzione di placarle, finendo però per prendersi parte della colpa. In verità non sopporta affatto le ingiustizie, trovando quelli che se la prendono con i più deboli senza onore o spina dorsale.
    Comunque sia, ad un primo approccio, Noor può quasi sembrare un idiota o un credulone, essendo anche un ragazzo burlone e un po’ impacciato oltre che quasi dispettoso, quando in realtà è parecchio vispo e sveglio. Infatti, è molto difficile abbindolarlo, considerando che si può accorgere abbastanza in fretta se si sta prendendo gioco di lui o lo si sta ingannando. Tuttavia, invece di farlo subito presente con una velata battuta e un’inequivocabile occhiataccia, è solito dar corda al soggetto in questione con il suo solito sorriso allegro in volto, giusto per vedere dove vogliono andare a parare con la farsa. La parte divertente è quando li spaventa di santa ragione, con l’intenzione d'insegnare loro che non vale proprio la pena fare i truffatori. Un po’ come quella volta che aveva iniziato ad aiutare un gruppo di criminali per sbaglio, per poi segnalarli alle autorità al primo momento opportuno.
    Uno dei suoi vizi più prominenti è, ahimè, l’azzardo e insomma, vivere nei pressi di Na’ir non gli fa nessun favore. Per cui, quando ha qualcosa in più in tasca gli prende la mania di andare a provare a moltiplicare il guadagno con scommesse o il gioco d’azzardo. Il sapore della vittoria è sempre molto dolce e assuefacente, per lui una sorta di dipendenza. Fa detto che, tuttavia, non sia particolarmente fortunato finendo il più delle volte per quasi svuotarsi completamente le tasche, e per tale motivo, un po’ come fosse una punizione, finisce sempre per dare una somma dei suoi guadagni lavorativi a chi ne ha più bisogno, come una sorta d'investimento del villaggio.
    Noor è il tipo di persona che fa tutto con entusiasmo e passione. È difficile, infatti, vederlo poco motivato per qualcosa e altrettanto, è il primo che si mette avanti per motivare gli altri e per infondere coraggio. Secondo lui, fare le cose con entusiasmo e una mentalità positiva, è la carica giusta per fare le cose al meglio. È molto bravo a prendersi cura dei bambini, giocando con loro senza nessun problema, inventandosi anche giochi nuovi per il solo motivo di poterli vedere felici. Considera gli animali come dei veri amici, che non lo tradirebbero mai rispetto agli altri umanoidi. Tiene molto, infatti, alla salvaguardia della natura, arrivando addirittura ad infuriarsi quando la vede disturbata.
    Il non poter dire la verità chiaramente, è sempre stato per lui non solo un enorme fastidio ma anche quasi un dramma giornaliero. Per questo motivo, cerca sempre di trovare dei sotterfugi per farsi capire e non fraintendere, come gesticolare animatamente. Un’altra particolarità è che sbaglia di continuo i nomi altrui, ricordandoseli sempre male. Ci vuole infatti sempre molto tempo prima che li chiami correttamente e quando succede, è come se fosse il segno, un traguardo, di un legame con Noor stesso. Alcuni pensano la faccia di proposito, ma non è affatto così vedendo che, come ogni Afarit, non è che sia particolarmente bravo a ricordarsi le cose. Anche se, va detto, se gli stai antipatico il tuo nome lo sbaglia apposta.
    Uno degli hobby di Noor è la cucina, infatti gli piace molto cucinare e sperimentare con varie ricette. Ama i cibi piccanti e speziati, ma preferisce il dolce al salato. Vive per il caffè. Finisce sempre per cucinare troppo, condividendo poi gli avanzi con gli altri membri del villaggio. Nonostante possa sembrare lo stereotipo di uno sportivo palestrato, a Noor piace molto leggere, in special modo i libri di scienza e medicina. Ha infatti una collezione di libri a casa, iniziata quando studiava all’università. Tuttavia, ha la brutta abitudine d'iniziarne troppi e finirne nemmeno la metà. I suoi colori preferiti sono il giallo, l’arancio e il verde che trova allegri e gli fanno venire il buon umore, specialmente il giallo. Va matto per i datteri, infatti ha personalmente piantato un albero da datteri di fronte casa.
    </div> <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_desc2" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">La prima cosa che si nota di Noor è sicuramente l’altezza, infatti è alto ben 192cm, corna non incluse. Inoltre, si tiene piuttosto in forma e per questo motivo è abbastanza muscoloso, nonostante per stazza non sia troppo piazzato, anche se non si allena specificatamente ma, con il suo lavoro o altre mansioni quotidiane, finisce sempre per fare molto movimento. Insomma, è difficile vederlo fermo! E va molto fiero dei suoi pettorali, si.
    È un po’ una tradizione della sua famiglia il fatto che Noor tiene i suoi capelli, neri e lisci, piuttosto lunghi, arrivandogli ai fianchi sebbene normalmente li tenga legati: viene tramandato che lasciarsi crescere i capelli fino all’unione con il futuro compagno o compagna di vita, porti fortuna e prosperità alle generazioni successive. Per questo, verranno tagliati durante i riti nuziali e poi bruciati in un fuoco accesso da incensi profumati. Questa usanza si applica sia per i discendenti femminili che quelli maschili, indipendentemente dalla razza con cui si è nati nonostante sia una tradizione tramandata dalla parte della famiglia Afarit. A quanto pare, c'è dietro una leggenda più complessa, ma nessuno membro della sua famiglia se la ricorda chiaramente e finora nessuno l'ha mai trascritta, essendo stata passata da generazione a generazione oralmente.
    La sua pelle è normalmente mulatta, anche se lo si vede spesso parecchio abbronzato. Noor ha diversi tatuaggi che si diramano da parte del suo torso alla schiena ma sulle braccia, e sono un mix di simboli tribali e vari fiori, perlopiù camelie. La scelta era stata lasciata al tatuatore a cui si era riferito, vedendo che Noor era troppo indeciso. Oltre ai tatuaggi, ha diversi piercing, la maggior parte alle orecchie.
    I suoi occhi hanno un taglio sottile, che ricorda un po’ quello della popolazione horii, le cui iridi sono di un vibrante color smeraldo. Tiene le unghie un po' lunghe come fossero degli artigli. I suoi canini sono leggermente appuntiti, e le iridi dei suoi occhi un poco allungate.
    Passando ai suoi tratti da Afarit, il suo paio di corna sono lunghe una ventina di centimetri, e nono sono particolarmente spesse anche se sono quasi spigolose. Il colore delle corna sfuma da un verde foresta a uno scuro e lucente ebano. La sua coda è piuttosto robusta oltre che lunga, sembra quasi squamosa e per colori riprendono quelli simili alle corna ma con l’aggiunta di un po’ di rosso e bianco. Nonostante il passare degli anni, ancora non è abituato alle sue dimensioni, andando a sbattere di continuo su vari oggetti. Un po’ come con le sue corna, a volte si dimentica di abbassarsi agli archi delle porte.
    Noor si veste sempre in un modo piuttosto leggero, con abiti larghi: jeans o tute, magliette di diverso genere e giacca di pelle insieme a delle sneakers, è il suo stile di abbigliamento più comune. Anche se, a dire al vero, si veste la mattina con le prime cose che vede. Fortuna che non ha molti capi di colori diversi, perlopiù scuri.
    La sua silpetit si trova al centro delle sue clavicole, ed è una gemma (Prehnite) di un verde chiaro a forma di rombo.
    </div><div class="cs_aspetto">aspetto fisico</div> <div class="cs_img">[IMG=BfWRHTN]https://i.imgur.com/BfWRHTN.png[/IMG]</div> <div class="cs_background">«<b>Nura</b>» sua madre lo chiamò così, con il suo nomignolo, il tono che aveva usato era autorevole ma allo stesso tempo ricco di disappunto. Lo stava fissando intensamente dall’altra parte del tavolo di quel bar in cui si erano incontrati, le braccia conserte.
    «<b>...Ma’</b>» rispose quindi così Noor al suo richiamo, nel mentre beveva dalla bevanda che aveva ordinato dalla cannuccia con fare nervoso, lo sguardo che andava ovunque per il locale tranne che posarsi sulla figura di sua madre.
    «<b>Dove sei sparito in questi cinque anni?</b>» lo incalzò lei alzando un sopracciglio.
    «<b>...aha</b>» fu tutto quello che riuscì a dire.
    «<b>“Aha”? Ho dovuto scoprire come stavi dal giornale!</b>».
    Ecco, si, che dire? Per sua discolpa, scappare di casa gli era sembrata al tempo la scelta migliore! Veloce ed efficace, se non ci fosse stato non avrebbero potuto spingerlo a fare niente! Anche se, se ne era reso conto solo dopo, forse semplicemente parlarne con il genitore invece di fuggire via sarebbe stato più efficiente. Insomma, avrebbe di sicuro capito la sua posizione se si fosse solo spiegato.

    Ma partiamo dall’inizio di tutto. Noor era nato in un giorno autunnale tra le montagne nel nordest del Wesir, da madre Afarit e padre umano. A quanto pare suo padre, grande avventuriero, aveva incontrato sua madre per la prima volta durante un’escursione tra la catena montuosa del Sadak in cerca di tesori, incrociando poi l’Afarit e finendo per prendersi un pugno in faccia dopo un breve scambio di parole. Era stato amore a prima vista, a detta sua. Ecco, la storia tra di loro è più lunga e travagliata di così, ma a noi importa che ad un certo punto si erano sposati, e dopo qualche mese era nato Noor, il loro primogenito.
    Noor era dunque cresciuto nei monti, in cerca di compagnia facendosi letteralmente come amici dei lupi. Non che avesse scelta, in fondo era l’unico bambino nell’area anche dopo la nascita della sorella minore. E considerando che i suoi genitori amavano andare per avventure, troppo rischiose per un bambino piccolo, lasciandolo a casa per conto suo sotto la supervisione di qualche altro Afarit. Per cui si, la sua affinità con la natura era stata evidente fin da quando era piccolo, imparando come sopravvivere e comportarsi in mezzo ad essa.
    Ed era stata tale affinità che una volta cresciuto lo aveva spinto a perseguire la carriera veterinaria ad Al-Minliar, anche per imparare a salvaguardare la fauna locale, scelta che scoprì presto non sarebbe stato facile realizzare. Fatto sta, che ottenuto il tanto sudato diploma era arrivato il momento di tornare a casa per recapitare la notizia. Tuttavia, la notizia che ricevette al suo arrivo fu un’altra: suo padre era sparito. O meglio, era partito per una delle sue solite escursioni per il deserto e non era più tornato, lasciando sua madre e sua sorella da sole. Era stato un po’ un dramma, si, considerando che ormai era da qualche mese che non si avevano più sue notizie.
    E il dramma era solo andato ad espandersi. Nel panico e pressata a pensare al suo futuro dalla sua comunità, a sua madre era venuta l’idea di presentargli una afarit in modo da possibilmente sposarla. E nel panico c’era finito pure Noor che senza esitare, e solo lasciando una lettera, borsone già pronto in spalla, era fuggito via da casa nel bel mezzo della notte. Facendo così perdere le sue tracce. O quasi. Insomma, non è che fosse andato troppo lontano. Voleva solo del tempo per sé pensare, peccato che quello che dovevano essere solo qualche settimana, erano passati a mesi fino ad arrivare ad anni. Ops.
    Suo padre non era mai stato trovato, tra l’altro. La sua famiglia ancora disperata di avere sue notizie.
    Tuttavia, tra una cosa e un’altra, aveva finito per aiutare in vari posti diversi, tra cliniche veterinarie o anche zoo, la sua abilità nel calmare e addestrare gli animali si era fatta conoscere. Una cosa che era iniziata per mettere in tasca qualche soldo in più, era mutata ad una vera e propria professione. In special modo dopo aver salvato un cucciolo di tigre gigante da dei bracconieri, e averla ufficialmente adottata dopo che ella si era affezionata a lui. Ecco, la sua foto era finita sul giornale.

    Noor si portò una mano dietro la testa, lo sguardo imbarazzato «<b>...volevo farmi sentire prima</b>».
    «<b>Ma te ne sei dimenticato</b>» sospirò sua madre, scuotendo la testa. In risposta Noor annuì solo, continuando a bere la sua bibita in modo da avere qualcosa da fare.
    Sua madre appoggiò, i gomiti sul tavolino del bar, lanciando un’occhiata fuori dalla finestra, scrutando la tigre gigante parcheggiata sul marciapiede, posando poi lo sguardo sul figlio, felice nonostante tutto di averlo rivisto.
    «<b>Nunu, raccontami un po’ di te? Racconta una bella storia alla tua mamma!</b>».
    Noor alzò lo sguardo, osservando sua madre con aria speranzosa, come fosse ancora un bambino, saltando quasi per aria dall’entusiasmo di poterle raccontare alcuni aneddoti recenti con fierezza «<b>Ah! Recentemente ho salvato questo Lucasis, sai quelli di Aztlan e-</b>».
    </div></div></div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #c1eccf">Cocomilla II</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Cocomilla II</div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Gallina</div> <div class="pet_desc">Tiene molto alla sua gallina, il cui soprannome è Coco, donatagli da pulcino da uno dei contadini del villaggio. Le ha dato un nome che secondo lui doveva sembrare nifleo, voleva fare il simpatico. La tratta con molta cura e per tenerla al sicuro la fa dormire in casa, per somma gelosia di Nobunaga che cerca sempre di mangiarla. Va molto fiera delle sue uova e tollera a malapena il gallo di casa Chandrakant. Le sue piume sono aranciate.
    Nota: non c'è mai stata una Cocomilla I.</div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #ff968a">Nobunaga</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Nobunaga</div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Tigre Gigante di Fuhua</div> <div class="pet_desc">Dopo che Noor l'ha salvata da cucciola da dei bracconieri, si è particolarmente affezionata a lui ed è il primo vero grande successo dell'addestramento di Noor, e ne va ancora fierissimo. Viene generalmente chiamata Naga da Noor stesso. È una creatura leale e molto fiera, oltre che un po' birbantella e giocosa. Adora le coccole. Inoltre, è l'assistente principale di Noor, non va da nessuna parte senza di lei. Da cucciola dormiva in casa, ma ora è troppo grande per farlo. Nobunaga, come tutte le tigri giganti, è albina ma ha gli occhi eterocromatici, blu e ambra.</div></div></div>


    Edited by alyë - 26/3/2022, 17:13
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Nome personaggio + link scheda: Asra Belingard
    Richiedo la modifica di: Allora, ho modificato la descrizione residenza aggiungendo la descrizione del villaggio in cui vive Asra e specificato alcuni dettagli sull'occupazione come avevo domandato in supporto (mi sono ispirata ai villaggi cinesi come mi avete detto, spero sia okay uwu) + ho modificato la descrizione degli animali nei box in fondo ampliandole un pochino e aggiungendo delle piccole iconcine nel riquadro.

    Lascio il codice intero qui sotto così fate prima! Arigathanks. ♡

    Codice:
    HTML
    <div style="background: transparent; width: 620px !important"><div style="background: url(https://press.ikidane-nippon.com/wordpress/wp-content/uploads/2019/03/kv.jpg) bottom; background-size: cover; width: 620px !important; height: 185px !important"><div style="background-image: linear-gradient(to bottom, transparent, transparent, #050505); width: 620px !important; height: 125px !important; padding-top: 60px"><div class="cs_name" style="color: #e9eaec ">Asra Belingard</div></div></div><div style="background-color: #050505; padding: 10px; border-bottom: 10px solid #e9eaec "><div class="cs_info" style="overflow: auto; height: 123px !important; padding-right: 5px">[color=#e9eaec]&#10022; <b>Nome e cognome[/color]:</b> Asra Belingard.
    L'ha scelto sua madre: durante la prima ecografia Asra era stato scambiato per una bambina, da qui, Astra. Una volta scoperto l'equivoco tuttavia, si era già affezionata all'idea del nome, e dato che Astra le sembrava troppo femminile, ha risolto la faccenda (solo secondo lei) togliendo una lettera.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Età[/color]:</b> 27 anni.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Data di nascita[/color]:</b> 21 di Yuánfèn, sotto il segno del Fuoco. Ascendente Albero.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Luogo di nascita[/color]:</b> Aztlan, Lykos.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Residenza attuale[/color]:</b> Fenghuang, Horai.
    Un villaggio di circa tremila abitanti facente parte della comunità Rakhav&#257;l&#257;, arroccato sulle colline del kai di Ukiyo. Costruito a ridosso di un fiume chiamato Xijiang, che chilometri dopo si getta nel lago Sayaka, ha un fascino particolare: semplicità, case tradizionali in legno che, viste da lontano nelle giornate nebbiose, sembrano fluttuare sull'acqua, ponti in pietra, barche di legno, pagode, vicoli lastricati e antiquate torri di avvistamento, l’antico villaggio di Fenghuang sembra un sogno uscito da un vecchio dipinto hori. Circondato da risaie che sfumano via via in boschi di betulle e conifere, è caratterizzato da una lunga tradizione culturale che ha sempre visto i draghi al centro di essa. Nel villaggio, infatti, ci sono piattaforme e palchi teatrali che ancora oggi, soprattutto di notte, si animano con rappresentazioni e canzoni popolari eseguite dagli abitanti del paese, in abiti tradizionali, maschere, trucco, tatuaggi e fermagli decorati. Negli anni - malgrado i desideri dei nativi - è diventato persino una meta turistica... che è poi il motivo per cui Asra è finito qui. Convive con una coinquilina nativa del posto, Eko Nimura, colei che lo ha introdotto alla comunità.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Occupazione[/color]:</b> Guardia Forestale.
    Ha una laurea in scienze naturali e fa parte di quella categoria di ranger che hanno votato la propria vita alla salvaguardia della natura e dei boschi, volta soprattutto a contrastare i fenomeni di bracconaggio contro le creature magiche. Per lo più è circoscritto al Kai di Ukiyo, dove si occupa delle riserve dei draghi e aree limitrofe. Infatti, non sopporta vedere gli animali in pericolo. Il fatto è che un po' si identifica in loro e comprende la paura o l'ansia di poter essere cacciati solo perché belli o utili.

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Razza[/color]:</b> Ashvin. - Non va molto fiero della propria natura. Invidia molto gli umani e se può la tiene nascosta, spacciandosi per uno di loro.
    (&#8881; pregio: magia ; &#8881; difetto: forza).

    [color=#e9eaec]&#10022; <b>Equipaggiamento[/color]:</b>
    - [ <b>Lucciola di Sungura</b> ]
    - [ <b>L'ira del re drago</b> ]
    - [ <b>Estratto di Mensongeries</b> - monouso ]
    </div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #e9eaec ">Lycoris Radiata (Giglio Ragno) « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">FIORE</span> <i class="fas fa-fan"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #e9eaec ">Rubino, centro del petto + 4/5 « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">SILPETIT</span> <i class="fas fa-gem"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #e9eaec ">RANGER « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">CLASSE</span> <i class="fas fa-user-circle"></i></div> <div class="cs_pv"><div style="border-bottom: 2px solid #201818; padding-bottom: 5px; margin-bottom: 5px; text-align: left"><i class="fas fa-id-card" style="margin-right: 5px"></i> Karna</div> Fate/Grand Order <i class="fas fa-atlas" style="margin-left: 5px"></i></div> [IMG=WnTrwf7]https://i.imgur.com/WnTrwf7.png[/IMG] <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_psiche">psicologia</div><div class="cs_desc1" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Asra è un ragazzo piuttosto emotivo; quel tipo di persona che si prende a cuore qualsiasi cosa e letteralmente chiunque. Non lo fa apposta, solo ha la tendenza ad empatizzare con il prossimo più del dovuto. Ovviamente però, empatico non significa <i>stupido</i> e, nonostante a causa di questa sua spiccata sensibilità capita spesso e volentieri che i suoi sentimenti entrino in conflitto con la sua logica, riesce a distinguere decisioni ragionevoli da decisioni non ragionevoli, e se una cosa è sciocca, non importa quanto possa essere buona, semplicemente non la fa. E questo significa molto, perché lui farebbe davvero di tutto per aiutare gli altri. È una persona calma, riflessiva, tranquilla, ed estremamente generosa. Andare d’accordo con lui è molto facile, ha una grande pazienza, ed è molto raro che si arrabbi. Comprensivo e protettivo, Asra ha un cuore d'oro e quando qualcuno si guadagna la sua fiducia si rivela essere un ottimo amico, sincero e leale. Non vi mentirebbe mai per tornaconto personale; sa ascoltare gli altri senza giudicarli, ed ha un debole per i libri, il caffè e la compagnia, anche delle persone silenziose.
    È un Ashvin, ma non bisogna confondere questa sua indole bonaria con un essere troppo remissivo o passivo. A causa di Derek si è svegliato un po' e non ama farsi mettere i piedi in testa, se è convinto di qualcosa, buona fortuna a spostarlo dalle sue idee.
    Difficilmente dimenticherebbe un torto subito, tende anche ad essere molto intransigente, e anche se non è incline a vendicarsi, state pur certi che si ricorderà di voi.
    Ha una grande, e forse ingenua, fiducia nel genere umano; crede fermamente che in ogni persona ci sia almeno, magari sepolto da qualche parte, un seme di bontà, che può darsi in alcuni non abbia semplicemente avuto la possibilità di mettere radici, per questo non digerisce mai molto bene le notizie di cronaca nera che spesso si sentono in giro.
    Forse questa caratteristica gli deriva dal mondo fantastico in cui approda quotidianamente grazie ai libri. Ad Asra leggere piace veramente tanto. Non ha gusti particolarmente precisi, apprezza dai libri fantasy ai classici. Prima che si trasferisse, a Lykos più o meno tutti i bibliotecari e tutti i proprietari delle librerie conoscevano la sua faccia, e se non lo vedevano almeno una volta al mese iniziavano a preoccuparsi: è quel tipo di persona capace di andare a sbattere contro un palo, perché si mette a leggere mentre cammina e si scorda di guardare dove mette i piedi.

    &#10022; <b>TRIVIA:</b> &#8881; Adora la cioccolata in tutte le sue forme. Per contro, odia i molluschi e i crostacei, anche se è una scoperta piuttosto recente: la prima volta che è stato a mangiare il granchillo in un ristorante c'è mancato poco che non si sentisse male.

    &#8881; È un grande appassionato di astronomia e di tutto ciò che riguarda i fenomeni celesti, a causa di Seliph, suo padre. Sa riconoscere svariate costellazioni ad occhio nudo e capita spesso che passi le ore ad osservare il cielo di notte.

    &#8881; Fisicamente troppo debole per fare qualsiasi disciplina di squadra o troppo competitiva, ha praticato per un lungo periodo della sua vita uno sport piuttosto particolare, conosciuto come Aerial Silk ([URL=https://www.youtube.com/watch?v=yAX6MOm6y-w]x[/URL]). Si tratta un tipo di danza aerea eseguita tenendosi in equilibrio su dei tessuti che solitamente vengono appesi alle travi delle palestre o delle strutture adibite a questo genere di sport. È tipico pensare che sia uno sport femminile, poiché è ricco di coreografie e molto elegante, ma esistono anche le categorie maschili e miste. Ah, e ovviamente sa sciare, come tutti i bambini nati ad Aztlan.
    </div> <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_desc2" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Probabilmente è per metà merito del suo essere un Ashvin, ma quando la natura stava scegliendo i geni del suo DNA forse stava pensando alla neve, a delle colombe, magari qualcosa di meno romantico come una pecora, o forse ha preso semplicemente un tubetto di tempera bianca e lo ha usato per amalgamare il resto. In effetti, la prima cosa che si può notare se si incontra Asra è che questo ragazzo è… bianco.
    Sul serio, la sua carnagione, pallida e nivea com'è, farebbe invidia ad una bambola di porcellana, e non essendo nemmeno di quel colorito smunto che ti fa passare per un serpente albino, ha più le caratteristiche di quel rosa chiarissimo che non si abbronza nemmeno sotto tortura – e che in compenso, si scotta, infatti ad Asra il mare piace molto.&#9786;
    A coprirgli il viso, dai lineamenti regolari, una matassa di candidi capelli lisci assolutamente priva d'ogni logica, che va accuratamente sistemata ogni mattina armandosi di spazzola, gel e tanta pazienza. Sotto quei ciuffi ribelli spuntano due gemme, dal taglio affusolato e serio, di un profondo color acquamarina. Prese singolarmente queste caratteristiche non hanno niente di particolare, eppure amalgamate insieme… rendono Asra un ragazzo dall'aspetto piacevole, e in grado di trasmettere una certa tranquillità.
    La sua altezza è nella media, sfiora il metro e ottanta, e grazie allo sport che ha praticato fin da ragazzino può vantare una corporatura allenata, magra, e longilinea. Anni e anni di esercizi, stretching e ginnastica dolce, gli hanno anche regalato, infatti, un’ottima postura, un portamento elegante ed un fisico flessibile e snodabile. Molti, tratti in inganno dal suo aspetto pacifico, lo scambiano per una persona fragile e decisamente deboluccia... cosa che effettivamente è, non infierite, lo sa da solo ed è molto sensibile sull'argomento.
    Il suo modo di vestire è stato fortemente condizionato da sua madre e da sua nonna, entrambe sarte; non c'era verso che Asra potesse esser lasciato uscire di casa vestito in modo sciatto. Quest'abitudine gli è rimasta anche nel crescere, seppur attenuandosi un po'. O almeno così dice lui, visto che il suo armadio è pieno di cravatte, giacche e accessori.
    Indossa quasi sempre un pendente dorato che ricorda Rion all’orecchio destro. Gliel'ha regalato sua madre, per lui è estremamente importante e non lo toglie mai, se non per dormire.
    Ad Asra piace prendersi cura di sé stesso, eppure quando si tratta di queste cose ha decisamente una pessima autostima, tanto da trovare l’imperfezione in ogni piccola cosa, come il neo che ha a destra sul mento, la pelle fin troppo chiara che lascia quasi intravedere le vene, o quei vestiti che sono bellissimi ma non gli starano mai bene…
    È anche un po' per questo che ha iniziato a fare un massiccio uso di make-up, senza alcuna vergogna, soprattutto per gli occhi, imparando le basi da video online su continuum. Matite nere, bianche, e ombretti dai colori accesi come rosso e blu scuro, in realtà niente di troppo pesante, ma con il suo aspetto pallido tutto fa molto contrasto.
    Ha una cicatrice sul collo, un taglio dritto lungo la gola, ricordo della sua prima morte. Spesso la copre con collane o chocker, per non renderla troppo evidente.</div><div class="cs_aspetto">aspetto fisico</div> <div class="cs_img">[IMG=EyoLArT]https://i.imgur.com/EyoLArT.png[/IMG]</div> <div class="cs_background"><p align="center"><i>“Mamma mamma, chi è quello?”
    “Quella, tesoro, è la persona che dovrai proteggere d'ora in avanti,
    anche a costo della tua stessa vita.”</i></p>E vallo a sapere tu, cosa vuol dire.

    Ancora troppo piccolo per capire il vero significato di quelle parole, Asra si ricorda perfettamente il giorno in cui la sua vita prese la piega che l'avrebbe cambiata per sempre. Abbarbicato in braccio a sua madre, in una stanza d'ospedale, a fissare la culla di un neonato che sonnecchiava profondamente, mentre fuori la neve imbiancava le strade con il suo soffice manto candido. Era una giornata particolarmente fredda.
    Fu così che conobbe suo fratello.
    Quel bambino venne chiamato Derek, e divenne il suo migliore amico e la sua più grande spina nel fianco. Ma, come sempre, è meglio andare con ordine.

    Cinque anni prima di quell'incontro, Asra Belingard aveva aperto i suoi azzurrissimi occhi nello stesso identico ospedale.
    A festeggiarne la nascita, oltre ai suoi genitori, c'era quella che sarebbe in futuro diventata la famiglia Delson.

    Era un bambino tranquillo Asra. Non piangeva quasi mai e non faceva le bizze, di tanto in tanto sembrava pure che avresti potuto chiuderlo in una scatola, metterlo su uno scaffale accanto a quei bambolotti al supermercato e sarebbe stato uguale. In classe era docile, nonostante non sopportasse le attività ricreative che includessero disegnare o colorare, si ammalava poco, giocava con i suoi compagni, e le maestre non avevano mai niente da ridire su di lui.
    Che fosse dovuto al fatto che la sua famiglia fosse <i>tutta</i> tranquilla, perché erano Ashvin e non esseri umani, poteva essere una teoria palpabile, ma a saperlo erano in cinque, quindi i complimenti su quell'angelo di bambino ad Eva arrivavano comunque.

    Dire che i suoi genitori fossero stati presenti nella sua infanzia sarebbe un'esagerazione, tuttavia non erano stati nemmeno assenti. Suo padre, Seliph, era un professore universitario e faceva spesso tardi per via del lavoro, sua madre, Eva, che era una sarta e aveva un negozio di abiti da sposa, amava tantissimo il suo lavoro e aveva fatto del cucito tutta la sua vita, anche a casa spesso era sempre immersa tra ago, filo e stoffe. Asra però la mancanza di un amore genitoriale non l'aveva mai sentito, c'erano delle costanti, in quel piccolo nucleo familiare, che gli piacevano un sacco: Seliph era un fisico astronomico, e lì - nella nazione del perpetuo buio eterno - gli parlava spesso delle stelle, gli raccontava di Eranis, delle favole sui wendigo, da cui Asra era curioso e terrorizzato come solo un bambino sapeva esserlo; sua madre, spesso e volentieri gli cuciva i vestiti su misura per festeggiare la Eranisnachte o i grembiuli per andare a scuola; insomma entrambi i genitori erano orgogliosi del proprio lavoro, e per Asra divennero delle importanti figure di riferimento. Erano una famiglia <i>diversa</i> dagli altri, e per questo molto unita.

    Poi nacque Derek. Il figlio dei vicini di casa.
    Che non erano solo "i vicini di casa", erano molto di più.
    I Delson erano quelli che avresti comunemente potuto definire una famiglia di <i>ricconi snob</i>. Militari da generazioni, servivano fedelmente l'Aztlan da più o meno <i>sempre</i> e i Belingard erano stranamente e profondamente legati a quella famiglia.

    Asra non sapeva perché fosse così. Sua madre gli aveva raccontato che anni addietro, prima ancora che i suoi bisnonni nascessero, i Delson avevano protetto e salvato dei loro antenati, che in cambio avevano fatto un "patto" promettendo di servirli per sempre. Con il tempo il loro rapporto si era evoluto da una stentata servitù a una profonda amicizia che durava ancora oggi. Essendo a conoscenza del terribile fato a cui gli Ashvin erano andati incontro per secoli, solo per il fatto di essere Ashvin, Asra aveva semplicemente accettato la cosa senza batter ciglio.
    In fin dei conti la sua vita era normalissima... o quasi.

    Da brava "capofamiglia", Eva gli aveva spiegato decine e decine di volte di non dover mai dire a nessuno che non era umano perché... poteva essere pericoloso. Senza contare che tutti avrebbero iniziato a guardarli con circospezione. Gli unici a saperlo erano proprio i Delson, e così doveva rimanere, loro li proteggevano e li nascondevano dai potenziali pericoli esterni. Un giorno, quando Asra sarebbe diventato adulto e si sarebbe sposato, avrebbe dovuto raccontare tutto questo ai suoi bambini che avrebbero protetto a loro volta i bambini di Derek, esattamente come Asra avrebbe fatto con lui, e come Eva e Seliph facevano già con i suoi genitori!

    Asra annuiva perché gli sembrava un proposito molto nobile, conosceva Abel e Yvonne da quando era nato, sapeva che erano brave persone, e quando capì che avrebbe potuto dedicare la sua vita a Derek, trattandolo come un fratello, gli fece dono delle sue lacrime senza esitazione e persino con una punta d'orgoglio. Stranamente, il pensiero di non dover nascondere la sua vera natura con una persona lo faceva sentire tranquillo. Derek poi era più piccolo di lui e il ritrovarsi ad essere all’improvviso un fratello maggiore non gli sembrava una prospettiva tanto male. Sarebbe andato tutto bene.

    Già... sarebbe andato tutto bene, se con il crescere i loro caratteri non si fossero rivelati fondamentalmente incompatibili.
    Asra e Derek erano l'uno l'opposto dell'altro.
    Se il primo era bianco, il secondo aveva i capelli neri e gli occhi scuri; se al primo piaceva svegliarsi presto, al secondo piaceva dormire; se uno era dolce e comprensivo, l'altro divenne arrogante e strafottente; ad uno piaceva letteratura, all'altro scienze; uno amava la ginnastica, l'altro il basket e gli sport di squadra.

    E c'era anche un altro problema.
    Si trovavano quasi sempre insieme a svolgere le stesse attività. Un po' perché vivevano praticamente nella stessa casa, essendo la famiglia di Derek parecchio assente il ragazzo passava quasi tutti i pomeriggi a casa di Asra, che essendo più grande lo andava a prendere a scuola e lo aiutava nello studio, un po' anche perché lo stesso ragazzo sviluppò fin da subito un forte e presuntuoso spirito di competizione, assieme a quell'inconscio sentimento di invidia che molte volte si genera nei fratelli minori quando si trovano davanti un modello troppo perfetto.
    Poi beh, nella pratica Asra era ben lontano da essere perfetto, era semplicemente più grande e aveva più esperienza, ma nell'ottica di Derek tutto cominciò a tradursi sempre più spesso in un ostile "è più bravo di me".
    Perché Asra prendeva voti migliori a scuola, aveva una famiglia più unita e... quelle <i>dannate</i> abilità curative? Cavolo, se le avrebbe volute anche lui. Non aveva la più pallida idea di cosa volesse dire farsi veramente male, perché tutte le volte che era successo alla fine era stato Asra a farsi male per lui. A volte non poteva fare a meno di chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se si fosse <i>accoltellato di proposito</i>.
    <i>Che fosse il caso che ci calcasse la mano?</i>

    Ovviamente non ci volle molto affinché il loro rapporto s'incrinasse così tanto da non essere più riparabile.
    Asra, dal canto suo, non aveva idea di questi turbamenti esistenziali e credeva di star facendo solo del bene. Non capiva l'ostilità del fratello nei suoi confronti, era una persona molto sensibile e ci rimaneva sempre male quando tutti i suoi tentativi di avvicinarlo finivano a vuoto. A Derek non andava mai bene niente di ciò che faceva. I battibecchi erano all'ordine del giorno, ma nonostante tutto non aveva mai le forze per litigarci apertamente: l'Ashvin teneva troppo al loro rapporto e finiva sempre per subirsi le sue frecciatine rimanendo in silenzio. Continuava a voler bene a suo fratello, ma al tempo stesso... era sicuro che una parte di lui lo... odiasse? Erano indissolubilmente legati, ma... ogni tanto gli sembrava quasi che Derek si divertisse persino a farsi male di proposito durante le partite o gli allenamenti di basket, tanto sapeva che Asra si sarebbe preso cura di lui, e sentiva come se qualcosa non gli tornasse.

    Il punto di rottura arrivò più tardi, quando - ormai finita la scuola - Derek annunciò di volersi trasferire nell'Horai per studiare <i>i draghi</i>.
    Asra rimase perplesso, e di nuovo non capì come quello fosse solo l'ennesimo tentativo di Derek di trascinarlo in basso. Perché sì, se c'era una cosa, la sola ed unica cosa, che i due ragazzi avevano sempre condiviso quello era l'amore per gli animali e la natura.
    Asra, poco più che ventenne, aveva già iniziato l'università per diventare guardia forestale, dato che aveva scoperto di non essere granché portato con ago e filo, ma non aveva espanso le sue mire <i>tanto in là</i>, conscio che non si sarebbe comunque potuto separare dal fratello. Derek voleva semplicemente - come al solito - essere un passo avanti, pur essendo di cinque anni più piccolo, e aveva deciso che avrebbe fatto lo stesso, ma meglio: studiare i draghi gli sembrava un buon punto di partenza per far mangiare la polvere al maggiore.

    La sua famiglia non ne fu contenta, lo avrebbero preferito nell'Heer, come tutti loro, ma alla fine si convinsero che fosse solo un capriccio da adolescente e lo lasciarono partire, a condizione che Asra andasse con lui. Quest'ultimo non protestò semplicemente perché la prospettiva non gli dispiaceva, lui voleva solo fare l'università, studiare sul suolo Aztleno o qualunque altro posto non gli cambiava granché e aveva sempre avuto un'alta affinità con gli animali: Selva, il Lucasis dei Delson, non gli aveva mai ringhiato una sola volta in vita sua; al contrario... aveva vissuto con Derek per 17 anni e sapeva fin troppo bene che il fratello era decisamente pessimo con qualsiasi altra creatura vivente che non fosse lui stesso.

    Hachidori, le montagne dell'Hang, i loro primi tentativi di vivere da soli, la burocrazia... beh, non tutto andò a buon fine. Il comportamento di Derek nei suoi confronti peggiorò ancora, di nuovo senza spiegazioni per l'Ashvin, che inaspettatamente si trovava sempre un sacco di lividi e piccoli taglietti addosso. Ma, ancora una volta, l'angoscia di chiedere al più piccolo cosa ci fosse che non andava lo terrorizzava dieci volte di più e l'unica cosa che riusciva a fare era pregare che Eranis arrivasse a fare giustizia.

    E arrivò. Solo non nel modo in cui si era aspettato.
    Successe abbastanza all'improvviso. Asra era fresco di divisa, quando la sua divisione si ritrovò ad arrestare un gruppo di bracconieri di creature magiche provenienti dal Niflheimr, sui quali le indagini stavano andando già avanti da tempo. Fu un disastro: due interi veicoli di animali tenuti in condizioni pietose, zanne di tigre, lucasis, cuccioli di pegaso... trovarono a stento qualcosa di <i>vivo</i>.
    Per lui confrontarsi con la realtà dei fatti fu leggermente traumatico.
    In tutto quel macello, il suo unico conforto fu trovare Silene: una fenice d'acqua, malandata e senza forze, ma ancora salvabile.
    Fu amore a prima vista.
    E al contempo una tragedia.

    Quella sera stessa scoppiò una lite.

    Derek viveva ancora con Asra, un po' in periferia dove l'affitto costava meno che in centro, e nel frattempo la sua invidia nei confronti del fratello maggiore non aveva fatto altro che accentuarsi. Stava tardando a finire l'università, quegli argomenti non gli interessassero davvero, e non faceva altro che blaterare di voler cercare i draghi lasciando perdere lo studio. Odiava sentire Asra, con quella sua voce pacata, tranquilla e leggermente dubbiosa che gli diceva che forse "avrebbe dovuto finire gli studi, prima?", al diavolo! Perché doveva studiare per fare lo stesso lavoro di suo fratello se voleva essere diverso? Come diavolo era finito in quella situazione?

    Sapere di Silene, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
    Asra stava raccontando l'incubo vissuto in cerca di comprensibile, ma non fece neanche in tempo a finire che Derek gli vomitò addosso tutto il suo odio: perché doveva essere così? Per quale motivo gli andavano tutte giuste mentre lui non poteva far altro che rimanere a guardare in disparte?! Perché doveva mettersi sempre in mezzo? Perché non lo aveva lasciato partire per l'Horai da solo? Adesso gli doveva anche sbattere in faccia tutti i suoi successi? Non bastava essere stato avanti a lui tutta la vita?

    Asra rimase così frastornato da quello scoppio d'ira che non riuscì neanche ad opporsi. Improvvisamente capì il problema, cos'era stato a tenerli lontani, e si sentì uno sciocco per non esserci arrivato prima. Ma non appena osò un tentativo di farlo ragionare... Derek tornò nel suo campo visivo con un coltello da cucina in mano.
    Asra non riuscì neanche ad avere paura.
    L'ultima cosa che vide, fu Derek squarciarsi la gola.

    Si risvegliò nella stessa stanza, tre giorni dopo. Circondato da un campo di fiori rossi ormai appassiti. Derek era sempre lì, in evidente stato di shock: aveva vegliato sul suo corpo tre giorni e tre notti, muovendosi appena.

    La prima cosa che pensò Asra non appena recuperò il senso di sé fu che volesse ucciderlo ancora, ancora e ancora, finché non gli fosse rimasto nemmeno un seme di Yggdrasill, per liberarsi finalmente di lui, ma non successe. Derek lo abbracciò e pianse. Pianse come un bambino, finché non gli rimasero più lacrime, lasciando fluire tutti i suoi sensi di colpa fuori dal corpo.
    Sapeva di aver sbagliato. Si sentiva infimo per quello che aveva fatto, perché non aveva mai, mai, mai considerato prima i sentimenti di Asra, e aveva realizzato solo nel momento in cui lo aveva visto morire, <i>nel momento in cui lo aveva ucciso</i>, che le sue azioni avevano conseguenze.
    Asra non dubitò neanche per un istante che le sue lacrime fossero sincere, eppure... i suoi vestiti ancora sporchi di sangue lo tennerò ben saldo e ancorato alla realtà.

    Una settimana dopo, Derek se ne tornò ad Aztlan, per entrare nell'Heer, come i suoi genitori avevano sempre voluto.
    Asra rimase nell'Horai, guardando finalmente alle montagne sulle quali i Rakhav&#257;l&#257; si prendevano cura dei draghi, ormai deciso a realizzare quel sogno per entrambi. Il motivo di quella decisione fu sostanzialmente uno: erano troppo diversi per andare d'accordo e ora consapevoli del fatto che quello "sfruttamento" fosse sbagliato, ma nessuno dei due voleva rovinare ciò in cui le rispettive famiglie credevano a causa di ciò che era capitato fra loro, e concordarono di rimanere lontano, non facendo parola dell'accaduto, fino al... futuro.

    Asra sa che più il tempo passa più quel filo che sostiene il loro segreto si assottiglia, ma è ben intenzionato ad usare tutti e quattro i suoi restanti semi di Yggrdasil prima di dover tornare ad Atzlan, doversi sposare e far fare ai suoi figli la sua stessa vita.</div></div></div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #a2e1db">Silene</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Silene</div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Fenice d'Acqua</div> <div class="pet_desc"><div style="float: left; width: 58px; border: 3px solid #a2e1db; padding: 3px; margin-right: 4px;">[IMG=zvxOyoo]https://i.imgur.com/LaPDPvj.png[/IMG]</div> Silene è una fenice d'acqua alta poco meno di un metro. Azzurra e limpida come il cielo, è una creatura serafica, fedele e... forse un tantino troppo orgogliosa.
    È stata salvata da un gruppo di bracconieri provenienti dal Niflheimr che l'hanno strappata via dalla sua terra. Una volta libera, tuttavia, a poco sono serviti gli sforzi per reintrodurla in natura, perché ha cominciato ad appostarsi fuori da casa di Asra quasi tutte le mattine, peggio di una stalker, finché il ragazzo non l'ha finalmente notata. Hanno legato in maniera decisamente <i>particolare</i>, anche perché Asra all'inizio non poteva vederla, considerandola quasi artefice del litigio con Derek, ma - alla fine - hanno realizzato di essere solo molto simili: lontani da casa e smarriti, diventando così l'uno l'appoggio dell'altra.
    Sembra avere un'indole da esploratrice, le piace curiosare in giro e collezionare tesori, ovvero qualsiasi oggetto in grado di suscitare la sua attenzione. Qualcosa che brilla, un sassolino dalla forma strana, un tappo di una penna e così via. Proprio per questo è bravissima a sparire dalla vista di chiunque nel giro di pochi secondi, basta voltare la testa, e... <i>puff!</i> Inutile dire che è solita cacciarsi nei guai, perché tende anche a <i>rubarle</i>, le cose. Tanto che Asra ormai ha una lista infinita di scuse prefabbricate da usare mentre riporta i vari ninnoli di Silene ai loro legittimi proprietari.
    È un po' una primadonna vanitosa e detesta la coinquilina di Asra con tutta sé stessa (sentimento più che ricambiato), infatti solitamente vive fra i flutti del fiume che taglia in due il villaggio. Anche se non ama particolarmente gli esseri umani ha imparato a conoscere gli abitanti e non è raro che si apposti sulle rocce in mezzo ad esso per farsi rimirare come una principessa.
    Il suo nome deriva dall'omonimo pianeta, blu come il suo piumaggio, anche se spesso Asra la chiama solo "Nene".
    </div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #ff968a">Seiya</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Seiya</div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Tigre Gigante di Fuhua</div> <div class="pet_desc"><div style="float: left; width: 58px; border: 3px solid #ff968a; padding: 3px; margin-right: 4px;">[IMG=zvxOyoo]https://i.imgur.com/fGS9iHY.png[/IMG]</div> Una tigre troppo cresciuta a cui piace accoccolarsi vicino a qualsiasi cosa emani calore, Asra incluso. La sua storia è molto simile a quella di Silene, è stata salvata dal diventare <i>pelliccia</i> quando era una cucciola di appena pochi mesi, trovata accanto al cadavere della madre uccisa da delle trappole piazzate da alcuni cacciatori, Asra le ha dato da mangiare una settimana e lei non ne ha più voluto saperne di allontanarsi. Adesso è diventata una tigre di circa un metro e settanta per tre metri e mezzo: e sta ancora crescendo.
    È giovane, ma è già diventata completamente autonoma e, quando non è caccia nei boschi limitrofi, solitamente passa il tempo a dormire o a fare la guardia attorno al villaggio, di cui è diventata praticamente la mascotte assieme a Lagrange, altra tigre di un altro ranger del villaggio.
    Essendo praticamente cresciuta a contatto con gli umani è docile e adora farsi fare le coccole, ma diventa molto aggressiva se qualcuno minaccia lei o Asra. È anche molto forte, e non ha alcun problema a trasportare il ragazzo sulla groppa, anche per tragitti medio-lunghi, e lo accompagna spesso quando si deve inoltrare fra la vegetazione più fitta delle riserve.
    Il suo nome deriva da una delle lune di Magnolia.</div></div></div>
     
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    Le modifiche vanno benissimo, quindi abbiamo aggiornato la scheda. uwu
     
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    Nome personaggio + link scheda: Leitandinn
    Richiedo la modifica di: allora ho corretto un vagone di errori di battitura/ortografia che erano rimasti, poi ho fatto una piccola aggiunta riguardo la residenza e modificato la città in cui si è stabilito Nehir (scritta nella descrizione dell'animale da compagnia).
    Codice: codice di tutta la scheda nello spoiler ^^

    CODICE
    <div style="background: transparent; width: 620px !important"><div style="background-image: url(https://pbs.twimg.com/media/FK1JWoBXwAAXgQB?format=jpg&name=small); width: 620px !important; height: 185px !important"><div style="background-image: linear-gradient(to bottom, transparent, transparent, #050505); width: 620px !important; height: 125px !important; padding-top: 60px"><div class="cs_name" style="color: #a2e1db"> Leitandinn</div></div></div><div style="background-color: #050505; padding: 10px; border-bottom: 10px solid #a2e1db"><div class="cs_info" style="overflow: auto; height: 123px !important; padding-right: 5px">&#10022; <b>Nome e cognome:</b> in fear-iah, Asphodelus – la pianta di cui si cibano i morti. Tale nome gli venne affibbiato dai suoi tutori poiché quando fu trovato dopo la sua nascita, proseguì a dormire per due giorni di fila, senza che nessuno riuscisse a fare alcunché per svegliarlo.
    Nome impronunciabile per chiunque non sia una Fear Sidhe, per facilitarsi la vita ha adottato il nome Leitandinn – senza alcun tipo di cognome, che davvero non ne comprende appieno il senso. Molto più spesso però i suoi clienti si riferiscono a lui come “Il Cercatore” poiché, a detta sua, vaga per Kharlan alla ricerca di <i>qualcuno</i>, ma nessuno ha ancora idea di chi precisamente.

    &#10022; <b>Età: </b> 23, apparente – in realtà, ne ha giusto compiuti 132.

    &#10022; <b>Data di nascita:</b> il giorno dell’equinozio d’autunno – 9 Siorai del 893.
    Nato sotto il segno zodiacale dell’Albero, benché questo non lo rispecchi affatto, ma per bilanciare l’ascendente Luna incarna buona parte della sua personalità.

    &#10022; <b>Luogo di nascita: </b> sotto un albero di cedro della foresta del Myrkviðr. Venne poi trovato da una Fear Sidhe errante e portato da lei fin alla Città Argentea, dove venne affidato a uno degli Istruttori della comunità.

    &#10022; <b>Residenza attuale:</b> Nomade, è da quando ha raggiunto la maggiore età che vaga lungo tutta Kharlan, ma in realtà possiede una piccola villa sulle Colline di Hanmalai, dove ha vissuto con Oda. Essa è a mezz’ora di cammino da un piccolo villaggio di nome Fresja, che dista un’ora di auto da Jabal.
    Immersa nel verde, si tratta di un edificio a due piani, in cui al primo vi sono la cucina, salotto, un piccolo bagno e una camera da letto, mentre al secondo vi stanno un altro bagno, due camere da letto e una camera matrimoniale che si affaccia su un piccolo terrazzo.
    Tutt’intorno sono cresciute querce piantate da Leitandinn stesso, ormai divenute maestosi alberi che provvedono ombra e riparo dalle intemperie; sotto una di esse, la stessa in cui Oda ha passato i suoi ultimi momenti, vi è una lapide in suo onore, coperta di clerodendri bianchi e rossi.
    Leitandinn ha sigillato la casa poco dopo la morte del suo partner e da quel momento non vi ha più fatto entrare nessuno, quindi malgrado lo stato di decadenza, all’interno della villa tutto è ancora come quarant’anni or sono, immutabile nel tempo.

    &#10022; <b>Occupazione:</b> Mercante… Più o meno. Membro delle Primule Rosse da quasi un secolo, la vera merce che tratta sono informazioni; su chiunque e di qualsiasi tipo – certo, questo se avete abbastanza Dracia con cui pagare il servizio.

    &#10022; <b>Razza:</b> Fear Sidhe – nello specifico una Serellye dell’autunno.
    <b> Empatia:</b> potere empatico di carattere passivo, che lo aiuta a controllare i flussi emotivi provenienti da terzi. Può percepire e moderare l’intensità delle emozioni altrui; senza questa abilità, sarebbe impossibile per loro frequentare luoghi affollati senza impazzire.
    <b>Controllo elementale:</b> può controllare il vento. Ha un raggio d’azione di sette metri, ma è un potere che usa quasi esclusivamente per aumentare la sua capacità di volo. Inoltre è in grado di capire sempre quale vento sta soffiando e in quale direzione; grazie a ciò può anche prevedere bene o male se vi saranno tempeste o meno durante la giornata.

    &#10022; <b>Pregio:</b> + magia.

    &#10022; <b>Difetto:</b> - difesa.

    &#10022; <b>Patrono:</b> Demios.
    Leitandinn ha incontrato quello che è poi diventato il suo patrono all’incirca cinque anni dopo aver lasciato la comunità Fear Sidhe, in esplorazione sulla catena montuosa di Sadak, nel Wesir Orientale.
    Demios può essere considerato un demone del sonno e si presenta come un enorme scheletro di capra di circa tre metri dall’altezza e cinque in lunghezza, avvolto in un drappo di tessuto consumato, quasi a mo’ di vestito. Sulla schiena ha delle ali scheletriche composte di ossa talmente sottili da sembrare affilate come lame.
    Può comunicare in linguaggi comprensibili alle razze che abitano su Kharlan e, a detta di Leitandinn, possiede una voce femminile, affilata e pungente, melliflua al punto da far salire i brividi.
    Altamente intelligente, ha persuaso Leitandinn nel stringere un patto con lei tentandolo con promesse di rivelargli dettagli sulla sua continua ricerca e, seppur con i suoi dubbi, Leitandinn ha ceduto nell'accettare le sue condizioni, solo per finire di sentirsi rispondere che la sua indagine non avrebbe mai dato frutti poiché l’oggetto del suo interesse non si trova in questo mondo.
    Dopo l’iniziale smarrimento data da quella rivelazione – non che ci credesse completamente, ma di certo non era rassicurante – Leitandinn aveva riflettuto che ormai il danno era fatto e, in fondo, il suo marchio – l’iride dell’occhio destro divenuta d'improvviso di un rosso brillante – aveva un che di affascinante.

    &#10022; <b>Potere:</b>
    <i><b>&#8223; Dulce Somnii</b></i>
    &#8594; per attivare tale incanto è necessario che Leitandinn stia toccando con almeno una mano la testa del soggetto interessato, in tal caso quest’ultimo cade in un sonno profondo (per almeno due turni). Durante tale periodo la vittima viene avvolta da una barriera protettiva che la terrà al riparo da qualsiasi tipo di danno fisico o psichico. Utilizzabile come auto-incanto.

    <i><b>&#8223; Incantato Morphei</b></i>
    &#8594; gli permette di entrare nei sogni altrui per ricavare informazioni dal loro subconscio (ma non di manipolarne i sogni, è lì solo come “ospite”); le condizioni richieste affinché tale incanto sia possibile è che il soggetto interessato deve essersi addormentato naturalmente e che Leitandinn si trovi in sua presenza e distante non più di due metri. Mentre la coscienza di Leitandinn si trova all’interno del sogno altrui, il suo corpo rimarrà come assopito e del tutto vulnerabile. Un altro particolare da menzionare è che se il soggetto si accorge di star sognando (oppure si sveglia di soprassalto) allora la coscienza di Leitandinn verrà “sbattuta via” e, anche se tornata nel suo corpo, non potrà muoversi per qualche minuto, come se fosse in preda a una paralisi del sonno.

    <i><b>&#8223; Insominia</b></i>
    &#8594; capacità passiva di Leitandinn che, a causa della natura dei suoi poteri, è immune ad ogni tipo di incantesimo soporifero o manipolazione onirica.

    <i><b>&#8223; Nox Benedictio</b></i> (!non utilizzabile in combattimento!)
    &#8594; si tratta della “benedizione” di Demios ed è uno specifico tipo di incanto che permette a Leitandinn di plasmare un sogno.
    Visualizzati un certo scenario o una sequenza di eventi nella propria mente, Leitandinn è in grado di condividere questi ultimi con un’altra persona sotto forma di un sogno di cui il soggetto ricorderà ogni più nitido dettaglio al suo risveglio.
    L’unica condizione necessaria da riscontrare è il consenso verbale del soggetto che si sottoporrà a tale incanto; a quel punto, Leitandinn andrà a coprire gli occhi altrui con la mano sinistra e utilizzerà il potere di Demios per farlo addormentare e condividere il sogno da lui creato (il contatto è necessario solo finché il soggetto non è preso dal sonno).

    &#10022; <b>Setback:</b> A causa della natura dei poteri Demios, da quando ha stresso il contratto, Leitandinn soffre di narcolessia – una malattia che lo porta ad addormentarsi nei momenti più random della giornata. La frequenza con cui cade addormentato e l’estensione di tempo per cui lo rimane dipende esclusivamente dall’utilizzo che fa dei suoi poteri.
    Più spesso utilizza i suoi poteri, più frequentemente gli capiterà di addormentarsi durante il giorno; mentre se utilizza incanti che richiedono una gran dispendio di energia, allora aumenterà il tempo in cui rimane dormiente, ma non la cadenza con cui cade vittima di tale maledizione – una volta gli è capitato di non svegliarsi per una settimana e mezzo.

    &#10022; <b>Equipaggiamento:</b> Nessuno.
    </div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #a2e1db">Black Jack Gladiolus « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">FIORE</span> <i class="fas fa-fan"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #a2e1db">Rubellite, tra le scapole + 3/5 « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">SILPETIT</span> <i class="fas fa-gem"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #a2e1db">Marchiato « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">CLASSE</span> <i class="fas fa-user-circle"></i></div> <div class="cs_pv"><div style="border-bottom: 2px solid #201818; padding-bottom: 5px; margin-bottom: 5px; text-align: left">[color=#000000]<i class="fas fa-id-card" style="margin-right: 5px"></i> Wolfgang Amadeus Mozart [/color]</div> [color=#000000]Fate Grand Order <i class="fas fa-atlas" style="margin-left: 5px"></i></div> [IMG]https://pbs.twimg.com/media/FK7dgKbWUAU74ZI?format=jpg&name=large[/IMG][/color] <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_psiche">psicologia</div><div class="cs_desc1" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Generato – a sua insaputa – dalla stanchezza del Dio Judag, Leitandinn ha un’innata predisposizione alla pigrizia. Il suo stile di vita si può riassumere nella frase: <i>non fare oggi quel che potresti fare domani.</i> E se proprio non puoi rimandare, sbrigatela nel modo più semplice e veloce possibile.
    Forse proprio per questa sua indolenza, combinata a un’arguzia brillante, Leitandinn ha sviluppato buone capacità di problem solving ed eccelle nel manipolare altri a proprio piacimento – e non ci vede niente di male: se siete abbastanza ingenui da lasciarvi ingannare dalle sue parole soavi, la colpa è solo vostra.
    Odia impegnarsi e questo lo spinge istintivamente ad evitare qualsiasi tipo di conflitto, ma se c’è qualcosa che detesta ancor di più, è perdere: viene quindi naturale che sprechi le proprie energie solo per ciò che è certo di poter portare a termine con successo.
    Con un immutato sorriso apparentemente divertito disegnato sulle labbra, Leitandinn appare come un giovane gentiluomo sia di modi che di linguaggio, entrambi raffinati e perfezionati dagli molti anni passati alla Corte Regia di Sjøen – come amante di una giovane nobildonna da gusti alquanto <i>particolari</i> –, ma il suo vero carattere è ben diverso dalla maschera di gentilezza ed affabilità che indossa di fronte ad estranei e clienti.

    Sebbene sia brillante nel socializzare e far in modo che le persone abbiano un’impressione favorevole di lui, nessuno ha mai davvero idea di quali siano i suoi pensieri – e vi posso assicurare che se fate parte di coloro che non conoscono l’arte del silenzio (benché non possa negare quanto sia utile ciò al suo lavoro) e parlano tanto per dar aria alla bocca, dietro al suo sorriso gentile probabilmente starà fantasticando sul miglior modo per "liberarsi" di voi. Sebbene il chiacchiericcio modano mette a dura prova il suo autocontrollo, partecipa volentieri in conversazioni che reputa stimolare il suo intelletto o stuzzicano la sua curiosità, specie se l'interlocutore sa quel che dice e ha fiducia nelle sue argomentazioni.

    Beffardo e capriccioso è come viene descritto da chi ha avuto modo di conoscerlo realmente: in presenza dei pochi eletti con cui non sente il bisogno di fingere, Leitandinn si comporta come un bambino viziato e tutte le buone maniere che ha imparato volano dritte fuori dalla finestra.
    Adora fare dispetti o stuzzicare i propri cari punzecchiandoli con domande fin troppo personali ed alquanto invasive – è il modo più sincero che conosce per dimostrare l’affetto che prova, ma questo non vuol dire che sia timido a parole. Al contrario, non ha pudore a declamare i sentimenti che prova anche di fronte ad estranei ed inoltre, quando si lega a qualcuno diviene progressivamente appiccicoso nei suoi confronti, non risparmiandosi abbracci e carezze.
    Si può dire che Leitandinn non conosca vergogna finché è lui a dimostrare affetto, ma quando la situazione si ribalta e si trova di fronte qualcuno di onesto, che dichiara apertamente i sentimenti che prova per lui, non sa mai come reagire; se si trattasse di pura lussuria non avrebbe alcun problema, ma avere le sue dimostrazioni d'affetto ricambiate è una delle poche cose che riesce a lasciarlo senza parole, senza alcuna battuta o frase fatta con cui riprendere il controllo della conversazione.

    Parlando di lussuria, Leitandinn ama il contatto fisico in generale, soprattutto visto che sedurre chiunque ritenga di bell’aspetto è uno dei suoi passatempi preferiti: per lui è come un gioco, ammaliare ed incantare, fino a rendere l’altro completamente rapito dalla sua presenza. Ed è quando riesce nell’impresa che perde interesse e sparisce – raramente finisce per portarsi a letto le sue conquiste, a meno che queste non abbiano catturato la sua attenzione in modo particolare.
    Di umore estremamente volatile, è tanto facile guadagnare il suo favore quanto suscitare la sua ira e – benché sia pressoché innocuo finché non viene provocato – meglio non inimicarselo, in quanto è fin troppo incline alla vendetta e non dimentica alcun torto subito. Il che non sarebbe un problema, se non fosse per la sua morale quasi inesistente ed il fatto che non batte ciglio nell’utilizzare i metodi più brutali per farvela pagare se ritiene che ve li siate meritati.

    <b>Trivia:</b>
    &#10070; E' mancino.
    &#10070; Per qualche oscuro motivo, detesta spassionatamente le carote. E la luce del sole.
    &#10070; Ha un'ossessione per le pietre preziose e si diverte a collezionarle, per poi trasformarle in gioielli o spille che vanno a riempire i suoi innumerevoli portagioie.
    &#10070; Sebbene non sembri affatto tale tipo di persona, è incredibilmente disordinato e qualunque stanza di cui entri in possesso diviene un campo di battaglia nel giro di pochi minuti. Malgrado ciò, non ha mai perso niente in vita sua.
    &#10070; Dopo aver scoperto – per puro caso ed terribilmente in ritardo – della figlia di Indra ed aver superato lo shock iniziale, ha proseguito nel pedinarlo per un mese intero finché quest’ultimo non ha ceduto alle sue interminabili richieste di incontrare la <i>“nipotina”</i> in preda all’esasperazione.
    &#10070; Ha un apprendista afarit di nome Nehir che ha preso con sé quando lui aveva appena dieci anni e di cui si prende cura – o meglio, che si prende cura di lui; Nehir ancora oggi si domanda come Leitandinn sia riuscito a sopravvivere prima che si incontrassero (spoiler: non lo ha fatto, è morto due volte).</div> <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_desc2" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Leitandinn si presenta con l’aspetto di un giovane con poco più di vent’anni, di corporatura esile e slanciata, al punto da poter quasi passare per una ragazza se indossato i giusti abiti.
    Dai modi aggraziati, è dotato di una bellezza delicata, ma seducente: i fini lineamenti del suo viso diafano sono incorniciati da una chioma biondo dorato, le cui ciocche mosse lunghe fino alla vita sono spesso lasciate cadere sciolte sulle sue spalle oppure raccolte in una pigra treccia scompigliata.
    Gli occhi etero-cromatici, il destro rosso rubino e il sinistro color dell’ambra, dal taglio sottile, malgrado siano spesso specchio di uno sguardo divertito, a uno studio più attento risultano freddi ed impenetrabili, al punto di non lasciar intravedere il più piccolo spiraglio sui suoi veri pensieri.

    Sebbene sia alto giusto un metro e settantasette, Leitandinn insiste di sfiorare il metro e ottanta – e quei tre centimetri mancanti si tratta puramente di <i>dettagli</i> – anzi, detesta quando gli viene fatto notare altrimenti e, ad essere sinceri, invidia non poco chiunque sia sopra i centottanta centimetri.

    Come molti esponenti della sua razza, Leitandinn è dotato di un paio d’ali retrattili – la cui attaccatura confina con la Selpetit, una pietra di rubellite a forma di goccia, che sporge in messo alle sue scapole. Le sue ali paiono molto simili a un’esemplare rosso di Papilio Bootes, una farfalla dalle ali nere con sfumature rosse e bianche nella parte finale delle due code.
    Poiché pregne di colori vividi, quando le ripiega sulla propria schiena, questa si colora di nero dalle spalle fino ai fianchi, dove passa gradualmente ad un colore rosso sangue.
    [SPOILER][IMG=Papiliobootesmindonim1]https://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/6/65/Papiliobootesmindonim1.jpg[/IMG][/SPOILER]

    In verità, ciò che più risalta maggiormente di Leitandinn è la sua… peculiare scelta in fatto di vestiario. Tralasciando i casi in cui è sotto copertura per raccogliere le informazioni richieste e quindi si veste seguendo le mode locali, il suo usuale abbigliamento consiste in una sfilza di leggere blouse con maniche a sbuffo, i cui colori si alternano unicamente tra bianco e nero – con qualche sprazzo di blu notte – strette in vita da un corsetto. Per finire di solito indossa pantaloni in pelle oppure di velluto nero, lunghi fin alla caviglia e un paio di stivaletti in cuoio con qualche centimetro di tacco.
    [SPOILER][IMG]https://ae01.alicdn.com/kf/Ha4e29f4f5e9d441eb7f556ffa834ba3cW/Men-Black-White-Casual-Long-Sleeve-Pullover-Shirts-Leather-Necklace-Fashion-Dress-Shirts-Male-Punk-Gothic.jpg_Q90.jpg_.webp[/IMG]

    [IMG=L_p0102456693]https://d1flfk77wl2xk4.cloudfront.net/Assets/93/566/L_p0102456693.jpg[/IMG][/SPOILER]

    Leitandinn adora adornarsi di gioielli, quindi non sarà strano vederlo esibire orecchini con incastonate pietre preziose, collanine d’oro fini ed eleganti o braccialetti e anelli che tintinnano ad ogni suo movimento.
    Ma l’elemento più vistoso che indossa – e da cui si separa molto raramente – è un mantello in velluto del colore del sangue, lungo al punto di strusciare a terra che, a detta di Leitandinn, possiede da quando aveva cinque anni ed è incantato in modo che sia impossibile da danneggiare.
    [SPOILER][IMG=mantello-rosso-960x850]https://www.venturinisouvenirs.it/wp-content/uploads/2019/02/mantello-rosso-960x850.jpg[/IMG][/SPOILER]</div><div class="cs_aspetto">aspetto fisico</div> <div class="cs_img">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FK7V29DXsAAYtY7?format=jpg&name=large[/IMG]</div> <div class="cs_background"> <p align="center">[size=10]<i><b>LEITANDINN'S ARCHIVE</b></i>[/size]</p>
    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Schedario estratto dell’archivio dell’Istruttrice Magairlín</b>[/size][/font]

    <b>Nome:</b> [size=4][font=Vijaya]Asphodelus[/font][/size]
    <b>Data di ritrovamento:</b> [size=4][font=Vijaya]9 Siorai 893[/font][/size]
    <b>Tipo:</b> [size=4][font=Vijaya]Serellye d’Autunno[/font][/size]
    <b>Segni particolari:</b> [size=4][font=Vijaya]nessuno, se non la spropositata quantità di tempo che passa a dormire[/font][/size]

    <b>Descrizione:</b>
    [size=4][font=Vijaya]Asphodelus è giunto qui a nemmeno da una settimana, ma forte dell'esser nato con il corpo di un bambino di quattro anni, sembra divertirsi a creare guai per i suoi coetanei.
    Dorme gran parte del giorno e poi la notte, poiché si sveglia ormai quando tutti gli altri bambini sonno addormentati, non avendo nessuno con cui giocare, il suo passatempo preferito sembra essere diventato mettere in disordine ogni angolo dell'Istituto ed appropriarsi di tutte le bambole od oggetti brillanti che cadono sotto il suo sguardo. Ho perso il conto di quante volte sia stato sgridato da Næturblóm, il Sidhe Noirs che si occupa dei nuovi arrivati durante le ore notturne.

    Sono passati cinque anni da quando Asphodelus è stato affidato alle nostre cure, in questo tempo è cresciuto in un ragazzino curioso e dalla mente sveglia. Purtroppo, ha anche un lato crudele che nessuno di noi è riuscito a correggere e ormai ho perso il conto di quanti bambini abbia fatto piangere a causa dei suoi dispetti.
    Inoltre, nessuno sa spiegarsi perché e forse sarà colpa dell'emozione del Dio Judag da cui è nato, ma spesso e volentieri se ne esce con discorsi alquanto bizzarri: è convinto che qualcuno lo stia aspettando e insiste in tutti i modi di dover andare via e trovare tale persona. Più di una volta ha tentato di scappare dalla Città Argentea! Penso di aver perso almeno venti anni di vita per colpa delle sue bravate.
    Per nostra fortuna Næturblóm è riuscito a dissuaderlo regalandogli un mantello in velluto rosso incantato da lui personalmente e gli ha promesso che non appena sarebbe stato della stessa altezza del mantello, sarebbe stato libero di lasciare la città.

    Asphodelus ha compiuto ventitré anni ed è chiaro che il suo aspetto attuale sarà quello che manterrà per tutta la sua esistenza. Ieri ci ha annunciato sorridendo che tra pochi giorni avrebbe lasciato la Città Argentea, così da poter espandere la ricerca per il suo qualcuno per tutta Kharlan.
    Næturblóm è perfino scoppiato in lacrime – mi chiedo se per la tristezza o per la gioia.
    [/font][/size]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Frammento di conversazione avvenuta tra Demios e Leitandinn nel 921 su un picco della catena montuosa del Sadak</b>[/size][/font]

    [...] <b>« Non sono giunto fin qui per risvegliarti, demone. »</b>
    <i>– Quanta presunzione! Assumere che io non sappia il motivo per cui hai risalito tale montagna… Mi deludi, essendo in grado di intuire la mia natura, ti credevo più saggio.</i>
    <b>« Se conosci la ragione del mio viaggio, perché ti sei mostrato? Non ho alcun interesse in stringere un patto con te. »</b>
    <i>– Sei troppo precipitoso, keheh. Ti darò un indizio: colui di cui ricordi solo la voce, colui che cerchi perché chiama il tuo nome, non si trova nel villaggio sul picco di questo monte. Sicuro di non voler restare qualche altro attimo a conversare con me?</i>
    <b>« ..! »</b>
    <i>– Keheh, adesso l’idea ti alletta, giovane Fear Sidhe? Posso svelarti perché la tua ricerca resti infruttuosa nonostante i tuoi tentativi… Se stipuli un contratto con me. Mi piaci, quindi sarò gentile, non preoccuparti, keheh.</i>
    <b>« … Sarai costretta a rivelarmi la verità se accetto? »</b>
    <i>– Ovviamente, mio caro… Ora, se mi vuoi come tuo patrono non dovrai far altro che chiamare il mio nome.</i>
    <b>« D’accordo. Sarò il tuo pattuante, Demios. Adesso dimmi ciò che sai! »</b>
    <i>– Mio caro… Il Fato sta giocando con te. Colui che cerchi non si trova su alcuna catena montuosa, nessun deserto, voragine, in nessuna foresta e in alcun villaggio o città di Kharlan. Si tratta di un eco che giunge da luoghi remoti, impossibili da perseguire. Farai meglio a desistere.</i> [...]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Articolo trovato in un Giornale di Lykos nella colonna in basso a destra di pagina 5</b>[/size][/font]
    [font=Tw Cen MT]<p align="center"><b>CAPPUCCETTO ROSSO FINALMENTE CATTURATO</b></p>Il famigerato ladro Cappuccetto Rosso che ha terrorizzato tutte le gioiellerie di Lykos nelle ultime settimane è stato finalmente catturato dai nostri competenti soldati dell’Heer.
    Mentre cercava di fuggire dall’ennesima scena del crimine, il ladro è stato colpito da un proiettile vagante sparato dalle forze dell’ordine nel tentativo di catturarlo: sfortunatamente questo ha provocato la sua morte e l’immediato inizio della Riparazione.
    Grazie a ciò, siamo però riusciti a svelare l’identità di tale misteriosa figura: un Fear Sidhe infiltratosi illegalmente sull’isola senza alcun permesso di soggiorno. E questo, cari concittadini, è il motivo per cui non accogliamo gli stranieri nella nostra terra: portano solo disordini e caos.
    Il Governo ha deciso per un’immediata esportazione forzata programmata il giorno 13 Jeuvin 925, unico atto possibile in quanto i Fear Sidhe non sono soggetti alle leggi umane, ma si è premurato di mettere una taglia sulla sua testa nel caso tale individuo osi mai rimettere piede a Atzlan.
    Il nostro paese non delude mai nel suo provvedere ai propri cittadini![/font]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Invito ad entrare nelle Primule Rosse</b>[/size][/font]
    [font=Urdu Typesetting]<p align="center">[size=3]<i>Egregio Sig. Leitandinn,

    è con nostro estremo piacere che siamo in grado di
    riferirLe che Lei è stato reclutato come membro
    della Gilda delle Primule Rosse.

    In caso la Sua risposta al nostro invito fosse affermativa,
    non dovrà far altro che bruciare questa lettera e recarsi
    senza compagnie al Lago Sayaka il giorno
    15 Malin 931 alle ore 18:00.

    Nel caso decida di non rispettare quanto scritto,
    sarà automaticamente escluso dalla nostra Gilda.

    Cordiali Saluti.[/size]</i></p>[/font]



    [font=Geneva]<b>[size=4]“ Lettera di ammissione al Collegio Bardico</b>[/size][/font][font=Chaparral Pro Light][size=3]<p align="center">COLLEGIO BARDICO</p>
    Gentile Sig. Leitandinn,

    siamo lieti di informarla che la sua applicazione al Collegio Bardico di Niflheimr è stata approvata.
    Qui troverà l’elenco di tutti i libri di testo e le attrezzature necessarie.

    I corsi inizieranno il 1 Siorai. Restiamo in attesa della Sua risposta entro e non oltre il 15 Stille p. v.

    Con ossequi,
    <div align="right">Segreteria amministrativa del Collegio bardico,
    Regno del Niflheimr

    03.02.945</div>[/font][/size]


    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Pensieri di Oda Saku appuntati sul suo registro di classe personale durante l'anno 947</b>[/size][/font]

    [size=3][font=Viner Hand ITC] 01.03 – Il mio primo giorno come professore è iniziato in maniera alquanto singolare.
    Mi sono recato in classe con quasi un’ora di anticipo con l’intento di preparare il materiale per la lezione, ma con mia sorpresa in aula era già presente uno studente; che nondimeno, se ne stava tranquillamente seduto sul davanzale della finestra con i piedi sospesi nel vuoto! Mangiando una fetta di cocomero, inoltre.
    Ero talmente scioccato che ho quasi lasciato la presa su tutto il materiale che tenevo tra le braccia e lui, in tutta risposta al mio sconcerto, è scoppiato in una risatina divertita, ha spezzato in due la fetta di cocomero che teneva in mano e me ne ha offerta un pezzo.
    … Si preannuncia un anno movimentato.

    10.04 – Il ragazzo del cocomero è una Fear Sidhe dal nome di Leitandinn, che malgrado sembri avere poco più di vent’anni, con un sorriso ironico mi ha specificato di avere poco più del doppio della mia età – e quest'anno compio ventisei anni.
    Incredibilmente, pur dormendo più della metà delle ore di lezione, ha una mente brillante e tiene il passo con il programma senza difficoltà.
    Forse a causa del suo interesse nella mia natura di Hankan – a detta sua, sono il primo di questa razza con cui ha dei contatti – o forse perché sembra apprezzare conversare con me, cerca spesso la mia compagnia.

    02.07 – Sto insegnando a Leitandinn a suonare il piano, o meglio, io suono e lui si sdraia sopra la coda del pianoforte ad ascoltarmi; in più di un'occasione ho pensato si fosse addormentato nel mezzo della composizione, ma ogni volta volta che poso il mio sguardo su di lui, riapre gli occhi e mi fissa con un sorrisetto, come se sapesse esattamente quali siano i miei pensieri.
    Se fosse veramente il caso, quanto vorrei che me li rivelasse! Non ho mai incontrato nessuno che mi confonda i pensieri come ne è in grado lui.

    29.09 – Ormai l’anno sta giungendo al termine e Leitandinn, sebbene mio studente, è divenuto qualcuno che posso definire un amico. Almeno due sere a settimana si presenta inatteso nel mio studio con una bottiglia di gin o qualche pettegolezzo da raccontarmi assolutamente; stiamo fino a tarda notte a parlare indisturbati o finché Leitandinn non si addormenta in mezzo alla conversazione a causa del suo patrono.
    Ha molti più anni di me, eppure si comporta come un bambino: non riesco a fare a meno di sorridere in sua presenza e prendermi cura di lui mi viene così naturale che mi sembra impossibile conoscerlo solo da poco più di un anno.
    I miei sentimenti per lui potrebbero essere più intensi di quanto sospettassi.[/font][/size]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Confessioni di Oda Saku dell’anno 949 annotate sulla propria agenda</b>[/size][/font]

    [size=3][font=Viner Hand ITC] 11.01 – Sono passati quasi due anni da quando ho incontrato Leita per la prima volta e sono giunto al punto in cui non sono sicuro di quale sia la direzione giusta in cui proseguire.
    Posso affermare con certezza che ciò che provo nei suoi confronti possa essere definito amore e, se ne sono a conoscenza io, non vi è modo che Leita non lo sappia, data la sua natura di Fear Sidhe.
    Il problema è che non ha mai affrontato la questione, anzi, finge ignoranza davanti ai miei tentativi di parlare della questione; non mi allontana, ma mi impedisce di avvicinarmi. Come dovrei comportarmi?

    25.02 – Ho preso la mia decisione: intendo fargli la corte finché o non mi rifiuterà in modo chiaro, oppure cadrà alle mie avances.
    Ho riflettuto a lungo prima di giungere a tale conclusione – so che a causa della mia natura di Hankan non vivrò a lungo, mentre Leita è ancora relativamente giovane per una Fear Sidhe.
    Mi distrugge il pensiero che sarò costretto a lasciarlo solo per maggior parte della sua vita, specie se ricambia i miei sentimenti. Il tempo che mi rimane è breve, ma, solo per questa volta, solo per lui, voglio essere egoista.
    Ti chiedo perdono, Leitandinn.

    09.03 – Oggi è il suo compleanno e come regalo gli ho preso un paio di orecchini con come pendenti, due rubelliti a forma di goccia, la pietra della sua Silpetit. Come immaginavo, gli donano moltissimo...
    Non l’ho mai visto fare un’espressione simile prima, i suoi occhi parevano traboccare di una marea diversa di emozioni: dalla gioia al desiderio, un affetto travolgente, fino alle più crudeli sfumature di timore e tormento.
    Ormai sono sicuro che l'intensità dei nostri sentimenti sia la stessa, l'unico motivo per cui rimane titubante è che teme di perdere ciò che già abbiamo.

    17.07 – Ieri Leita ha fatto irruzione nel mio studio accompagnato da un completo sconosciuto: l'ha presentato come un "disgraziato di un Fear Sidhe che se non fosse lì in cerca dei suoi servigi avrebbe volentieri cercato di avvelenare", ma a cui posso rivolgermi con il nome di Indra.
    Malgrado le sue parole, vi è una certa complicità fra i due, anche se non fanno altro che battibeccare. Se non conoscessi Leita così bene, avrei detto che fossero fratelli, nonostante i loro aspetti contrastanti.

    28.08 – Ora che è iniziata la primavera, ho preso l'abitudine di fare lunghe passeggiate con Leita per i parchi di Sjøen.
    Così abbiamo fatto anche ieri, ma Leita sembrava essere particolarmente di buon umore e quindi più affettuoso del solito; ad una certa penso di aver smesso di ragionare, perché non sono riuscito a resistere e l'ho attirato a me per la vita, poggiandogli un bacio sulla fronte.
    Il suo chiacchiericcio si è spento immediatamente e mentre mi fissava ammutolito, potrei giurare stesse arrossendo sebbene era troppo buio per vedere chiaramente.
    Gli ho sorriso, perché non l'avevo mai visto così adorabile, ma lui deve aver male interpretato il significato di tale gesto ed aver creduto stessi ridendo di lui, visto che si è irritato, mi ha afferrato per il colletto e premuto le sue labbra sulle mie.
    Be', non che mi stia lamentando. [/font][/size]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Estratto di una lettera di Leitandinn inviata a Indra nel 959</b>[/size][/font]

    [...] [size=7][font=Vivaldi]Come ti ho scritto nella scorsa lettera – se questa è riuscita a finire nelle tue mani, che le ultime notizie che mi sono giunte sul tuo conto riguardano tu che ti diverti a fare il pirata a Saad el Melik – qualche tempo fa io e Oda abbiamo deciso di stabilirci nei pressi di Jabal, sulle Colline di Hanmalai, così che i suoi viaggi ad Adamantia siano meno logoranti.
    Non so cosa lo abbia colto negli ultimi tempi, ma è da quando abbiamo lasciato il Collegio Bardico, due anni fa, che insiste di voler prendersi cura di bambini e ragazzini meno fortunati o che hanno intrapreso strade pericolose.
    In pratica, vuole mettere su una sorta di orfanotrofio. Sono senza parole.
    Niente di ciò che ho detto è servito a persuaderlo nel cambiare idea, nemmeno sparire per un mese senza contattarlo in alcun modo lo ha fatto smuovere dal suo proposito, quindi alla fine mi sono arreso a questo suo capriccio – ma farò in modo che percepisca molto chiaramente la mia offesa.
    ... Anche se devo ammettere che la gioia che lo ha pervaso quando ho dato il mio consenso è stata talmente intensa da procurarmi vertigini per una giornata intera.
    Se prendersi cura di piccole pesti è in grado di farlo sorridere in questo modo, posso andare a raccattarne in giro quante ne desidera. [/font][/size][...]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Pagina di diario di Kayna&#287;&#305;</b>[/size][/font]<div align="right">[font=MV Boli]30 Alshafaq 968[/font]</div>
    [font=MV Boli]Oggi è arrivata una nuova sorellina[/font].
    [font=MV Boli]Avrà sì e no sette anni, lunghi capelli neri e occhi azzurro cielo, sembra una piccola bambola! Soprattutto perché non spiccica parola[/font]. [font=MV Boli]Credo Oda l'abbia trovata nell'Horai, tornando dal suo viaggio per Adamantia[/font].
    [font=MV Boli]Con lei, siamo sei fratelli adesso e io sono il più grande, quest'anno faccio quindici anni[/font].
    [font=MV Boli]Presto lascerò casa e andrò a studiare al Collegio Sofista[/font]. [font=MV Boli]Leitandinn ha riso di me quando l'ho detto a Oda, quindi per ripicca ho nascosto il suo cuscino preferito[/font]. [font=MV Boli]E' andato su tutte le furie e se non fosse stato per Oda, probabilmente avrebbe cercato di strangolarmi sul posto[/font].
    [font=MV Boli]Leitandinn considera la nostra esistenza un mero fastidio e per questo anche noi lo detestiamo, l'unico motivo per cui lo sopportiamo è solo perché sappiamo che Oda non può vivere senza di lui[/font]. [font=MV Boli]E credo sia lo stesso motivo per cui non si è ancora liberato di noi[/font].
    [font=MV Boli]Le uniche volte in cui Leitandinn è sopportabile è quando Oda gli dice qualcosa di melenso (fanno ribrezzo a guardarli quando si comportano come una coppia di sposini, ma sono anche gli unici momenti in Leitandinn si imbarazza al punto da diventare comico)[/font].
    [font=MV Boli]Non scorderò mai come alcuni anni fa, Leitandinn è in qualche modo riuscito a portare un pianoforte a coda fino a casa nostra come regalo di compleanno per Oda[/font]. [font=MV Boli]Era così contento che gli ha preso il viso tra le mani e lo ha baciato davanti a tutti! Non ho mai visto la fata diventare rossa peperone in quel modo, avrei voluto avere una macchina fotografica per immortalare il momento così poterlo ricattare dopo[/font].



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Prima lettera che Leitandinn scrive a Oda dopo la morte di quest’ultimo nel 983</b>[/size][/font]

    [size=7][font=Vivaldi]Alcuni giorni fa è passato Kaynagi con il pretesto di venire a renderti omaggio, nonostante fosse fin troppo evidente che fosse qui per osservarmi – ha passato un’intera mattina a seguirmi come un anatroccolo chiacchierando incessantemente di sua moglie e Nehir, che pare nascerà tra pochi mesi.
    Quello sciocco ha un carattere fin troppo onesto per essere un afarit, non siamo mai andati d’accordo e adesso mi ha perfino nominato padrino di suo figlio.
    Con lui qui, ho finalmente pronunciato il tuo nome per la prima volta in due mesi – ho chiamato il tuo nome ogni giorno per trentasei anni, eppure ora pare essere divenuta l’unica parola che non riesco a proferire liberamente.
    Inaspettatamente, dopo l’iniziale disperazione, il senso di perdita ha portato più ira che sconforto – ero così furioso che tu mi avessi lasciato solo, che l’unica immagine mi appaia davanti agli occhi ogni volta che chiudo le palpebre sia tu che ti dissolvi in fiori di clerodendro tra le mie braccia.
    Cieco dal dolore, sono arrivato a tentare di lanciare la Nox Benedictio su me stesso pur di rivivere la nostra vita almeno in sogno: devo aver calibrato male le mie energie, perché ho finito per risvegliarmi in un campo di gladioli appassiti con Kaynagi che mi fissava, gli occhi rossi dal pianto.
    Suppongo che gli Dei lo abbiano reputato un tentativo di togliersi la vita – così come tuo figlio, visto le sue visite di controllo mensili.
    Non sono comunque in grado di odiarti, sai? Ti cerco in ogni piccolo gesto e anelo per te, ti desidero e ti vedo pur sapendo tu sia ormai tornato a Yggdrasil, l’albero della vita.
    Vuoi sapere una piccola curiosità? Il tuo fiore, il clerodendro bianco dai bocci rossi, in fear-iah viene chiamato con una parola che significa “cuore sanguinante”.
    Ed è tutto ciò che mi hai lasciato, appassiti clerodendri tra le mani e uno dentro al petto.[/font][/size]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Nehir mette per iscritto i suoi dubbi e le sue paure (994)</b>[/size][/font]

    [font=Segoe Script]Ho paura. La malattia di papà sembra solo peggiorare anche se gli prende le medicine senza mancare un giorno.
    Lui dice di non preoccuparsi, ma so che è una bugia! Non so cosa fare. Ho tanta paura. Non voglio che papà muoia, non voglio restare da solo.
    Qualche giorno fa ci ha fatto visita uno strano tizio con un mantello rosso e ho cercato di ascoltare cosa dicevano lui e papà appoggiando l'orecchio sulla porta della stanza, ma non sono riuscito a capire niente.
    Poi papà mi ha chiamato dentro! Ha detto che il tizio strambo era un suo vecchio amico anche se sembra tanto giovane. E' biondo e con un occhio rosso e sorride tanto. Anche se non ha le corna come me e papà, mi mette un po' di paura.
    Non mi ricordo il nome, ma da papà ha detto che è qui per prendersi cura di me. Diventerò suo allievo, quindi mi devo fidare di lui perché mi terrà al sicuro anche quando papà non potrà più farlo.[/font]



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Messaggio urgente da: Leitandinn per: Indra – 17.04.997</b>[/size][/font]

    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM2-hs3XMAY8a5n?format=jpg&name=900x900[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> CHE SIGNIFICA CHE HAI UNA FIGLIA <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:57, il 17.04.997</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM2-hs3XMAY8a5n?format=jpg&name=900x900[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> E PERCHE’ IO NON NE SO NIENTE <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:57, il 17.04.997</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Sfogo di Nehir nella sua chat sul Continuum con Gerico, la figlia di Indra – 25.08.1010</b>[/size][/font]

    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> Non posso credere che ho vissuto con quel cretino per QUINDICI anni e non si è mai degnato di raccontarmi niente del suo passato. <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:57, il 25.08.1008</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> Sono dovuto andare al collegio runico, studiare qui per otto anni e solo ora sono venuto a sapere da Indra che non solo Leita e l’uomo che ha cresciuto mio padre avessero <i>quel</i> tipo di relazione, ma che quindi Leita non è un vecchio amico di mio padre, bensì gli ha fatto quasi da genitore??? <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:58, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> E sono venuto a saperlo da Indra. <i>Indra</i>. <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:58, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> Inoltre sono mesi che Leita non risponde a nessun messaggio che gli mando. <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 03:59, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> Se ha combinato qualche casino ora che sono via, quando torno a casa lo ammazzo. <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 04:00, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>

    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat2">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FNBP9RTXMAIXX1B?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 10px 0 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-left: 0">Nehir dì a Leita che sei preoccupato per lui e falla finita <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 04:06, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>
    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat2">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FNBP9RTXMAIXX1B?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 10px 0 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-left: 0">Sono le quattro di notte e io voglio dormire<div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 04:06, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>

    <div align="center" style="background: transparent; width: 350px!important"><div class="chat1">[IMG]https://pbs.twimg.com/media/FM3Ao8fWQAIlXtm?format=jpg&name=small[/IMG]</div> <div style="background-color: #ededed; padding: 10px; border-radius: 0 10px 10px 10px; font-family: calibri; font-size: 11px; line-height: 12px; color: #555; text-align: left; width: 275px!important; margin-right: 0"> Io <i>non</i> sono preoccupato. <div style="margin-top: 3px; width: 275px!important; padding-top: 3px; border-top: 1px dashed #555; text-align: right; font-family: georgia; font-size: 10px; line-height: 11px; color: #c4c4c4">inviato alle 04:07, il 25.08.1010</div></div>
    <span style="font-family: calibri; font-size: 8px; text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px">© [URL=https://yumelee.blogfree.net/]yumæchu`[/URL]</span></div>



    [font=Geneva]<b>[size=5]“ Ultima lettera che Leitandinn scrive a Oda dopo la morte di quest’ultimo</b>[/size][/font]

    [size=7][font=Vivaldi]Questa sarà l’ultima lettera che ti scrivo. Credo sia giunto il momento di lasciarti realmente andare e darti il mio addio definitivo.
    Per anni ho sperato di rincontrare la tua anima dopo la Purificazione, ma mi rendo conto di quanto non fosse altro che una futile illusione.
    Ho portato Nehir a visitare la tua tomba qualche anno fa, sotto sua richiesta – chi avrebbe mai immaginato che il figlio di quella piccola peste di Kaynagi sarebbe cresciuto fino a superarmi in altezza di tutta la testa? Quando vuole è perfino più puntiglioso di suo padre.
    Quel disgraziato di Indra non è cambiato affatto – ogni volta che ci incontriamo finisco con il volerlo abbracciare e strozzare nello stesso momento – e sua figlia diventa ogni anno più simile alla madre, se non fosse per l’irrequietezza che la coglie quando viene costretta a restare troppo a lungo nello stesso posto.
    Tenterò di vivere al meglio il tempo che mi rimane, così da incontrarti con orgoglio nella prossima vita, nessun rimpianto a ostruirci la via.
    Sono impaziente di poterti dire ancora una volta: <i>lieto di fare la vostra conoscenza.</i> Ti prego di aspettarmi.
    Tuo,
    <div align="right">Leitandinn</div>[/font][/size]</div></div></div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #a2e1db">[color=#000000]Dormouse[/color]</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Dormouse</div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Cincillà</div> <div class="pet_desc">Dormouse è un cincillà di due anni e dalle piccole dimensioni, con pelliccia di un grigio tempesta, quasi tendente all’azzurro, su cui risaltano i suoi occhi neri come due piccole gemme d’ossidiana.
    Fu Nehir che, dopo aver deciso di stabilirsi a Qaryat, lo donò a Leitandinn come regalo di compleanno con – sebbene egli non lo abbia mai specificato – l’intento di alleviare la solitudine del maestro durante i suoi vagabondaggi per Kharlan.
    Essendo prevalentemente un animale notturno, Dormouse passa gran parte della giornata addormentato: il suo passatempo preferito è dormire accoccolato sulla spalla di Leitandinn oppure all’interno del cappuccio del suo mantello porpora, nascosto alla vista.
    E’ particolarmente goloso di frutta fresca, quali mele e frutti di bosco – che Leitandinn prontamente nasconde alla sua portata, in quanto ricche di zuccheri e dannose alla sua salute se mangiate troppo spesso – e ha una spiccata preferenza per la malva e il basilico tra tutte le erbe di campo di cui si nutre.
    Inoltre, Dormouse tende ad a non allontanarsi mai più di due metri da Leitandinn e spesso, nel caso sia particolarmente annoiato, lo usa come proprio “albero” personale, arrampicandosi su e giù per i suoi arti. Di temperamento docile, non ama troppo essere accarezzato da estranei – soprattutto se questi indossano profumi forti – ma ha un debole per Nehir e Gerico.</div></div></div>


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    Nome personaggio + link scheda: Xiao Jiyang
    Richiedo la modifica di: ho cambiato le immagini di copertina (ma non il pg o l'artista che l'ha creato, solo le fanart), ho aggiunto dei trivia nella psicologia e infine ho descritto un minimo il suo appartamento stotto "residenza attuale".
    Codice: nello spoiler ho messo il codice di tutta la scheda ^^
    HTML
    <div style="background: transparent; width: 620px !important"><div style="background-image: url(https://pbs.twimg.com/media/FI710lYWYAA4hX6?format=jpg&name=small); width: 620px !important; height: 185px !important"><div style="background-image: linear-gradient(to bottom, transparent, transparent, #050505); width: 620px !important; height: 125px !important; padding-top: 60px"><div class="cs_name" style="color: #ff968a">Xiao Jiyang</div></div></div><div style="background-color: #050505; padding: 10px; border-bottom: 10px solid #ff968a"><div class="cs_info" style="overflow: auto; height: 123px !important; padding-right: 5px">&#10022; <b>Nome e cognome:</b> Xiao Jiyang

    &#10022; <b>Età: </b> 27 anni.

    &#10022; <b>Data di nascita: </b> 1 Alshafaq 997, sotto il segno del Cranio ed ascendente Vergine.

    &#10022; <b>Luogo di nascita: </b> Shufen, un piccolo paese di Kogarashi, luogo dove suo padre fu inviato in missione in gioventù e decise di portarsi appresso la moglie incinta.

    &#10022; <b>Residenza attuale: </b> Un modesto appartamento che occupa il quarto piano di un palazzo costruito in uno dei quartieri rinomati di Ry&#363;g&#363;-j&#333;.
    Composto da un ingresso spazioso che connette un soggiorno che serve anche da sala da pranzo a destra e a sinistra, una camera da letto dalle ampie finestre, un bagno piastrellato in marmo nero e uno studio in cui spesso si rinchiude a studiare i propri casi quando non ha avuto modo di finire il lavoro in Stazione.
    Jiyang mantiene saltuariamente l'appartamento pulito a fondo e in perfetto ordine, al punto che se non fosse per i vestiti ripiegati nell'armadio, gli oggetti da toilette impilati ordinatamenti in bagno e soprattutto, gli innumerevoli fascicoli che sommergono gli scaffali della libreria che tiene nello studio, uno potrebbe pensare che la casa sia pronta per essere messa in affitto.

    &#10022; <b>Occupazione: </b> Secondo Luogotenente dell'Esercito imperiale degli Youkai.

    &#10022; <b>Razza: </b> Furaku.

    &#10022; Tipologia: Tsuyo-sen-shi.

    &#10022; Pregio: + Magia

    &#10022; Difetto: - Resistenza

    &#10022; <b>Potere: </b>
    A detta di Jiyang, il potere più inutile che poteva capitargli. Gli permette di trasformare le emozioni negative, quali paura, ansia, rabbia, dolore, vergogna o senso di colpa (ma non tristezza o nostalgia), in un’onda d’urto il cui raggio sferico varia dai 2 ai 7 metri, a seconda di quanto è violento il turbamento provato.
    Più precisamente, nel caso venga sottoposto a uno stress psicologico così intenso che la sua mente non riesce a sopportarlo, il suo potere entrerà in azione come una sorta di meccanismo di difesa mentale il cui compito è <i>letteralmente</i> espellere ogni sensazione indesiderata sotto forma di un’onda d’urto la cui forza può essere paragonabile a quella di una bomba: si passa dal scaraventare di qualche metro lontano da lui oggetti e persone nei suoi dintorni a, nel peggiore dei casi, raggiungere abbastanza potenza da far esplodere vetro o finestre e creare crepe sui muri.
    Sebbene questa tecnica rimuova in modo effettivo lo stress, il contraccolpo, come prevedibile, non è tra i migliori: si parte dall’essere sopraffatti dall'apatia – del resto, una volta rimosse tutte le emozioni, rimane solo il vuoto – al soffrire alcuni dei sintomi che si riscontrerebbero nella periferia di un’esplosione. Cominciando da vertigini e orecchie che fischiano, che possono degenerare fino a una momentanea sordità, visione offuscata e una violenta nausea dovuta alla perdita dell’equilibrio, per passare a un progressivo aumento della pressione endocranica che culmina con la perdita di conoscenza.

    &#10022; <b>Equipaggiamento: </b>
    - [ [URL=https://armeriagamba.it/Portals/32/easygalleryimages/263/7055/magnum-research-de357srmb-1.jpg]<b>Pistola semiautomatica</b>[/URL] ]
    - [ [URL=https://www.armimagazine.it/wp-content/uploads/2018/05/Remington-M-24-SWS-HB-1.jpg]<b>Fucile di precisione</b>[/URL] ]
    - [ <b>Verità di Eranis</b> ]
    - [ <b>Lucciola di Sungura</b> ]
    - [ <b>Estratto di Mensongeries</b> - monouso ]
    </div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #ff968a"> <i>Chrysanthemum Caeruleum</i> « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">FIORE</span> <i class="fas fa-fan"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #ff968a"> Labradorite, incavo delle clavicole + 5/5 « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">SILPETIT</span> <i class="fas fa-gem"></i></div> <div class="cs_specifiche" style="background-color: #ff968a">Cecchino « <span style="text-transform: uppercase; letter-spacing: 1px; font-weight: bold">CLASSE</span> <i class="fas fa-user-circle"></i></div> <div class="cs_pv"><div style="border-bottom: 2px solid #201818; padding-bottom: 5px; margin-bottom: 5px; text-align: left"><i class="fas fa-id-card" style="margin-right: 5px"></i> Original Character </div> [URL=https://twitter.com/ha_ppy_0_]https://twitter.com/ha_ppy_0_[/URL] <i class="fas fa-atlas" style="margin-left: 5px"></i></div> [IMG]https://i.imgur.com/puwCciC.jpg[/IMG] <div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_psiche">psicologia</div><div class="cs_desc1" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">Nato in una rinomata famiglia Urinke, Jiyang non si è mai visto mancare nulla, niente di materiale per lo meno. L’unica assenza costante nella sua vita fu un banale, benché importante sentimento: l’affetto.
    Cresciuto senza una madre e con un padre che sembrava disapprovare della sua stessa esistenza, ciò che Jiyang venne a imparare con acuta freddezza fu che, nella sua vita, la perfezione non era un ideale a cui doveva mirare, bensì qualcosa di ovvio, l’unica scelta a sua disposizione.
    Da qui, nasce la sua ossessione dal restare pulito da tutto ciò che considerata sporco o inutile. E la sua misofobia si estende anche fino alle relazioni interpersonali: rifiuta istintivamente il contatto con gli altri e di rado prende l'iniziativa mello stringere un legame affettivo con un’altra persona, in quanto non sa come rapportarsi con le proprie emozioni o come reagire a quelle altrui.

    A primo impatto, Jiyang lascia negli altri una sensazione amara, che lo considerano solo un arrogante e caparbio signorino di buona famiglia dalla lingua tagliente, che sa solo diffidare delle parole altrui e non presta mai ascolto.
    In realtà, sotto questa corazza costruitasi negli anni, Jiyang possiede un animo integro dalla morale irremovibile; crede profondamente nella giustizia: se viene commesso un crimine, questo va punito secondo la legge. Non negherebbe mai aiuto a nessuno e ha un’etica lavorativa esemplare, ma la qualità più spiazzante che possiede è la sua perseveranza: una volta che si è fissato su un obbiettivo non si fermerà finché non l’avrà raggiunto.

    <b>Trivia:</b>
    &#10070; Detesta la pioggia e tutto ciò che è legato ad essa poiché gli riporta alla mente eventi traumatici.
    &#10070; Temendo che il potere distruttivo e incontrollabile che si è risvegliato in lui potesse indurre i suoi superiori a costringerlo definitivamente a ritirarsi dall'Esercito, ha deciso di tenere nascosta la sua nuova identità da Furaku a chiunque.
    &#10070; E' un ottimo guidatore e quando guida, l'unica playlist che accetta di mettere alla radio sono i grandi successi di musica rock.
    &#10070; A causa della sua mifobia non mangia mai fuori casa e questo lo ha costretto a diventare un cuoco competente (oltre a lasciarlo sempre sull'orlo del risultare sottopeso, visto che il più delle volte si <i>dimentica</i> di mangiare).
    </div><div style="background: transparent; display: inline-block"><div class="cs_desc2" style="overflow: auto; height: 150px !important; padding-right: 5px">A causa dell’insistenza della madre nel voler portare avanti a tutti i costi una gravidanza al naturale, Jiyang possiede i classici tratti tipici degli horii, ormai una rarità nella capitale, vista la possibilità di far ricorso all’eugenetica.
    I folti capelli nero carbone gli ricadono morbidi sul volto dai lineamenti sottili e delicati, di un pallido olivastro, andando quasi a nascondere gli affilati occhi scuri e magnetici come due gemme d’ossidiana. Le sopracciglia folte sono spesso aggrottate in un’espressione quasi sdegnata – per non dire imbronciata, ma suona molto meno minaccioso così – che lo fa apparire alquanto altezzoso.
    Malgrado un’altezza appena sopra il metro e settantacinque, può vantarsi di una corporatura asciutta e longilinea, temperata da anni di allenamento nelle armi marziali.
    Poco sotto il pomo d’Adamo, vi è incastonato la sua Silpetit, un piccolo ovale di labradorite, che arriva appena a posarsi tra l’incavo delle clavicole, quasi come fosse il ciondolo di una collana – per nasconderlo, Jiyang indossa spesso maglie a collo alto anche in piena estate.

    Pur non prestando particolare attenzioni alle ultime mode che ogni stagione travolgono Ry&#363;g&#363;-j&#333;, Jiyang apprezza vestirsi con abiti semplici ed eleganti, ma pur sempre raffinati, ottenuti da alcuni dei materiali più pregiati che circolano nell'Impero; con una predilezione per una silhouette classica e i colori scuri – sia toni caldi che freddi – gli unici tocchi più drammatici che si permette, consistono in dei guanti di pelle – di cui porta sempre con sé un paio di scorta – e un paio di occhiali da sole neri che indossa solo qualora sia particolarmente di cattivo umore.</div><div class="cs_aspetto">aspetto fisico</div> <div class="cs_img">[IMG]https://i.imgur.com/3rVRqHD.jpg[/IMG]</div> <div class="cs_background">
    [font=Optimal]<i><p align="center">« You don't have to apologize.
    I like how you are finally starting to seem humane. »</p></i>[/font]

    Avente come padre Xiao Jingxuan, discendente a un’importante famiglia Urinke, e come madre Yang Yu, figlia di un ricco mercante di Ry&#363;g&#363;-j&#333;, Jiyang sa di essere nato da genitori privilegiati. Ma, come si suol dire, non è tutto oro ciò che luccica. Se agli occhi degli altri apparivano come la famiglia perfetta, all’interno delle mura della fredda e maestosa villa che Jiyang aveva imparato a chiamare “casa”, la situazione non poteva essere più diversa.

    Giusto dopo un anno di matrimonio e solo qualche mese prima della nascita di Jiyang, Xiao Jingxuan venne trasferito per ordine dei superiori a Shufen, con il compito di prestare supporto le forze dell’ordine locali, e decise di portare con sé anche la moglie, reputandola troppo debole per rimanere a vivere da sola.
    Jiyang passò qui la prima parte della sua infanzia e, benché troppo piccolo per comprendere appieno le dinamiche della propria famiglia, si rese conto ben presto di un importante fatto: sua madre era malata. Non di un male fisico, ma mentale. Ed era per questo che suo padre la teneva rinchiusa in casa senza permetterle di uscire e tutti gli oggetti affilati della casa venivano tenuti sotto chiave dalle domestiche. Quando, nella sua innocenza da bambino di cinque anni, chiese il motivo per cui sua madre stava per giorni senza parlargli, solo per poi abbracciarlo e scoppiare in singhiozzi, la balia si limitò a sorridere tristemente e rassicurarlo dell'amore che sua madre provava per lui, benché troppo malata per dimostrarlo. Jiyang non ne fu convinto, ma annuì lo stesso, limitandosi a guardare la madre da lontano finché lei stessa non chiamava il suo nome.

    Lo strisciante dubbio che fosse sua la colpa, cominciò ad attanagliargli le viscere nonostante i tentativi di conforto della balia. Non vi era altra spiegazione. Altrimenti perché mai suo padre restava fuori casa per settimane e lo mandava a chiamare nel suo ufficio solo per controllare come procedeva il suo allenamento? Sua madre piangeva non appena posava lo sguardo su di lui e suo padre era presente solo per sgridarlo quando non raggiungeva le sue aspettative. Jiyang ne era sicuro: doveva aver commesso qualche irrimediabile errore senza saperlo e, forse, se avrebbe fatto del suo meglio per rimediare, i suoi genitori avrebbero cominciato ad amarlo. Jiyang aveva visto come i suoi compagni di classe salutare i propri genitori con abbracci e baci tutte le mattine prima di entrare a scuola e avrebbe mentito nel dire di non aver provato neppure un po’ d’invidia. Ma se sarebbe diventato il migliore di tutti loro, era convinto che anche sua madre lo avrebbe guardarlo con un sorriso e fatto dei complimenti, gioì tra sé il piccolo Jiyang.

    Queste sue vane speranza vennero frantumate un'estiva mattina dei suoi sei anni: sentì con chiarezza sua madre gridare di <i>per favore</i> lasciarla andare e Jiyang andò in fretta a nascondersi in cima alle scale del secondo piano della villa, così da poter spiare i propri genitori litigare per l'ennesima volta. Sentì il padre sospirare <i>è stato uno sbaglio sposarti, non fai altro che rovinare la mia reputazione</i> ignorando i singhiozzi della moglie, prima che questa chiedesse con voce rotta <i>se lascio Jiyang vivere con te, mi lasci andare?</i> Jiyang s'immobilizzò. Vide suo padre scuotere la testa, dire qualcosa e, nel giro di qualche secondo, persone in divise bianche erano nella loro casa, afferrando sua madre per le braccia, trascinandola via. Jiyang guardò con gli occhi sbarrati lei tendere una mano verso di lui mentre chiava disperatamente il suo nome e non desiderò altro che alzarsi e aggrapparsi alla sua gonna, così da impedire a quegli sconosciuti di portarla via. Eppure, non riuscì a muoversi di un millimetro dalla sua posizione rannicchiata in cima alle scale.
    Un battito di ciglia e sua madre era scomparsa. Il suo sguardo incontrò quello inespressivo del padre, che con tono alquanto indifferentemente gli spiegò che sua madre era stata portata in una clinica così da poter curare la sua malattia. Il bambino rispose con un cenno impercettibile del capo e corse a chiudersi in camera.
    Dopo nemmeno un mese, lui e il padre tornarono nella casa di famiglia a Ry&#363;g&#363;-j&#333; e Jiyang venne spedito sbrigativamente a vivere con un precettore che aveva il compito di addestrarlo così da divenire degno erede della casata e riuscire ad entrare a far parte dell'Esercito degli Youkai compiuti i tredici anni. Giusto due mesi dopo, gli giunse notizia che sua madre si era tolta la vita.

    <p align="center">&#9472; § § § &#9472;</p>

    Vent'anni dopo, Xiao Jiyang è ormai parte dell’Esercito da quasi quattordici anni e conosciuto per il suo alto grado di efficienza, ma l’alquanto scarsa empatia e l’inesistente capacità di collaborazione con i propri colleghi. Per sua fortuna, ha sempre lavorato meglio da solo che in compagnia, quindi dal suo punto di vista, questi piccoli dettagli risultano irrilevanti in confronto alla sua professionalità. Perché sprecarsi a stingere rapporti interpersonali con persone per cui non prova il minimo interesse? Specialmente quando metà di tali soggetti gli rivolgono la parola solo nel tentativo di entrare nelle grazie di suo padre.

    Mentre lavora al fianco della polizia (compito a cui era stato relegato dai superiori, aiutare le forze dell’ordine nei casi che richiedevano particolare cautela), l’attenzione di Jiyang viene catturata da un particolare caso: investigando su vecchi casi di persone scomparse, finisce per trovare il cadavere di una donna – ormai in avanzato stato di decomposizione – e basta una veloce ricerca tra gli archivi della polizia per trovare una connessione e notare che ella è stata uccisa con lo stesso modus operandi con cui, vent’anni fa, era stata assassinata una giovane donna residente a Shufen.
    Allo scoprire che il bastardo dietro a tali crimini uccide le sue vittime estraendo dal loro corpo le Silpetit mentre queste sono ancora in vita – e non vi è niente di più disumano, in quanto il processo richiede tempo ed è estremamente straziante – per poi incidere una croce sulla parte mutilata, Jiyang ha bisogno di chiudere un attimo gli occhi e respirare; ed è solo grazie al suo ferreo autocontrollo se riesce a trattenersi dal rivoltare il proprio ufficio da cima a fondo dall’ira. Non può lasciare che un criminale simile viva indisturbato nel loro Impero.
    Deciso a trovare il colpevole e metterlo dietro le sbarre, il giovane si fa consegnare ogni fascicolo esistente riguardo il vecchio caso, così da poterlo studiare attentamente: l’allora sospettato venne identificato con Lin Shu, un ragazzo di appena diciotto anni, che oltre a tale crimine, venne accusato di essere dietro la sparizione della sorella gemella, di cui era stata denunciata la scomparsa solo qualche settimana prima. Quest’ultimo venne però scagionato dalle accuse per mancanza di prove e, dopo aver vissuto per dieci anni nella capitale, era tornato a Shufen, sotto le vesti di investigatore.
    Aspettando a malapena il tempo di ottenere i permessi necessari, Jiyang si trasferisce immediatamente a Shufen, così da poter inquisire personalmente su Lin Shu, convinto della sua colpevolezza, sia per caso di vent’anni prima, sia come il responsabile dell’omicidio su cui stava indagando.

    Per un divertente scherzo del destino, arrivato nella nuova stazione, Jiyang viene assegnato proprio come partner di Lin Shu e i due vengono quindi costretti a lavorare insieme sul caso in questione, il quale prende una repentina svolta al ritrovamento di resti decomposti di una donna sepolta in uno dei campi locali, anch’essa con le stesse caratteristiche delle due vittime precedentemente trovate.
    Sebbene Jiyang lascia intendere piuttosto chiaramente la sua assoluta convinzione che Lin Shu fosse il colpevole, arrivando addirittura a minacciarlo più volte, con il proseguire dell’investigazione risulta chiaro che il vero criminale è in realtà qualcun altro: Da Wu, il proprietario del negozio di alimentari locale.
    Dopo essere stato arrestato, Da Wu confessa la maggior parte dei suoi crimini, portando alla scoperta di altri cadaveri sepolti nel terreno di una fabbrica abbandonata, ma quando Lin Shu lo interroga sulle sorti della sorella – il cui cadavere ancora non è stato ritrovato –, egli si limita a ridere e rispondere che non è stato lui ad ucciderla, anzi ha avuto anche la gentilezza di riportarla al suo fianco.
    Quella notte stessa, Da Wu si toglie la vita nella cella della prigione, impiccandosi con del filo da pesca, e risulta evidente ci sia stato qualcuno che lo abbia provvisto dell’arma con cui suicidarsi. Con gran frustrazione di tutto il corpo di polizia, un veloce esame medico mostra che questa vita era dall’ultimo seme di Yggdrasill che Da Wu possedeva e quindi la sua, è una morte definitiva.
    La notizia rende la disperazione di Lin Shu ancora più palpabile e Jiyang non può far altro che stare ad osservare in un silenzio desolato, mentre il proprio partner dissoda l’intero giardino della propria abitazione di famiglia, aggrappandosi ostinatamente alle ultime parole dettagli da Da Wu, incurante se si trattasse o meno della verità; ormai tutto ciò che poteva perdere, lo aveva già perduto. Vent’anni prima, la sua missione di vita era diventata ritrovare la sorella e non si sarebbe fermato finché non avesse raggiunto il suo obbiettivo.

    Lin Shu e Jiyang iniziano quindi una nuova indagine per scoprire ciò che è realmente accaduto alla sorella di Lin Shu la notte in cui era scomparsa e chi ha aiutato Da Wu a uccidersi mentre quest’ultimo era in prigione.
    Nel proseguire di questa loro ricerca della verità, inaspettatamente Jiyang si ritrova a stringere un’inconsueta amicizia con il proprio partner, al punto che il giovane si scopre nutrire sempre più fiducia e rispetto per il poliziotto, malgrado il rifiuto di ammetterlo persino a sé stesso. Lui, che non ha mai stretto relazioni al di fuori delle cortesie tra colleghi, si trova accolto e benvenuto nel circolo di amici di Lin Shu, che li stanno aiutando con l’investigazione. Con sua meraviglia, Jiyang – che prima d’ora aveva sempre diffidato degli altri, convinto che risultati perfetti li avrebbe potuti ottenere unicamente da solo – si trova a fare affidamento su persone che non conosce nemmeno da un anno, condividendo con loro pasti ed addirittura rari momenti di serenità.

    La situazione cambia completamente quando Zheng Cai, il capo della stazione di polizia, che sembrava aver raccolto preziose informazioni riguardante il caso, muore misteriosamente dopo essere stato a far visita a Xiao Jingxuan, padre di Jiyang che, vent’anni prima, era l’ufficiale dell’esercito incaricato di investigare sulla scomparsa della sorella di Lin Shu e la morte della giovane donna ritrovata qualche settimana dopo.
    Pur riuscendo a mantenere nascosto il proprio sconcerto sotto una maschera di fredda indifferenza – o forse no, visto le occhiate (e Jiyang non avrebbe saputo definirle altro se non preoccupate) che Lin Shu gli rivolge di tanto in tanto – nel notare che ogni indizio punta ad indicare che Xiao Jingxuan e uno sviluppatore immobiliare di nome Zhao Bai, sembrano essere coinvolti con la morte della sorella di Lin Shu, Jiyang sente a un livello quasi fisico l’ansia e il dubbio sommergere la sua mente come una marea; lenta, ma inevitabile. E quando Lin Shu riesce a ritrovare lo scheletro della sorella murato nella parete del seminterrato di casa sua, la cui analisi scientifica rivela che la vera causa di morte è l’essere stata investita da una macchina a piena velocità, i suoi sospetti si intensificano maggiormente. Questo poiché, se la giovane è morta per colpa di un incidente d’auto, significa che si tratta di una morte accidentale o altrimenti sarebbe avvenuta la Riparazione.
    Arrivati a questo punto Jiyang non sa più in cosa credere: non è che abbia mai provato alcun sentimento di profonda fiducia nei confronti del padre, ma una parte della sua mente trova impensabile che l’uomo che lo ha cresciuto ripetendogli ogni giorno quanto fosse importante essere <i>perfetti e senza macchie</i> abbia commesso un tale crimine.
    Scosso dalla piega che stanno prendendo gli eventi, ma comunque deciso a portare alla luce la verità, Jiyang decide di nascondere un microfono – collegato ovviamente a un audio-registratore connesso a un suo spazio privato nel Continuum, così da poter ascoltare e registrare la conversazione – nell’auto del padre, scommettendo sul fatto che lui e Zhao Bai, ormai costretti in un angolo dalle loro indagini, se davvero colpevoli, si sarebbero incontrati di persona per chiarire il punto della situazione. E così accade:

    <i> [...]
    » Da Wu ti ha davvero detto di avermi visto causare l'incidente?
    » Sì. Perché credi che abbiano ritrovato il cadavere della ragazza murato in quella casa? Quando mi hai chiamato per sbarazzarti del corpo, lui era nascosto ad osservarci. Deve aver rubato il corpo mentre spostavo la tua auto, per questo non l’ho mai ritrovato. Credevo lo sapessi, non è per questo che hai richiesto i miei servizi come membro dell'Esercito di Garuda per liberarti di lui? Ti sei rivolto a me anche per sbarazzarti dell'altro poliziotto che è venuto a minacciarti con le prove di aver insabbiato il caso. Dovresti ringraziare che entrambi avessero un solo seme rimasto, altrimenti non ce ne saremmo liberati così facilmente.
    E adesso per colpa di tuo figlio e del suo partner che non fanno altro che ficcanasare in giro, mi trovo indagato dalla polizia e l’Esercito degli Youkai.
    [ Xiao Jingxuan si limita a sospirare ]
    » Suo figlio, Colonnello Xiao. Se scoprisse tutto questo? Uccideresti anche lui allora?
    » Perché lo chiedi?
    » Perché ho bisogno di sapere fino a che punto sei disposto ad andare. Ammettilo, se non avessi ucciso quella ragazza, non saremmo barricati in tale situazione!
    » Cosa intendi per uccidere? È stato un errore. Un piccolo errore.
    … Xiao Jiyang. Sì, è mio figlio. Ma assomiglia più da sua madre che a me. Sono lo stesso tipo di persona: aspettano sempre che gli altri facciano il primo passo verso di loro, ma sono così deboli che non riescono mai a raggiungere gli altri per primi. Se qualcuno si rivolge a loro, semplicemente non possono accettarlo. Fanno finta di stare bene, di essere forti e glaciali. Fanno finta per tutta la vita... finendo per distruggere loro stessi. Persone patetiche. Signor Zhao, non commetterò più alcun errore, può starne certo.
    » Ma cosa succede il tuo errore è tuo figlio? Ti libererai di lui?
    » Se sei curioso, puoi semplicemente tenerlo d'occhio. </i>

    Seduto sul sedile della propria auto, Jiyang fissa immobile la pioggia scrosciante che si abbatte sul parabrezza, mentre cerca di far senso di ciò che ha appena sentito. Suo padre è un assassino: l’uomo che non faceva altro che ripetere dell’importanza dell’essere perfetti e senza colpa, ha avuto le mani macchiate di sangue innocente per più di vent’anni. Un uomo che pur di mantenere la sua reputazione immacolata non esiterebbe a liberarsi del suo stesso figlio.
    Jiyang non riesce a trattenersi dal ridere, l’incredulità e lo sconforto che si liberano da suo petto in una risata strozzata, roca, più simile a dei singhiozzi, in una voce che non riconosce come sua. Si passa una mano sul viso, asciugando lacrime che non si era nemmeno accorto di star versando. Rabbia, disperazione, dolore sommergono la sua mente come onde di uno tsunami, violente e distruttrici, e Jiyang non riesce più a respirare. Tremante, con la vista offuscata, quasi esce dall’auto senza rendersene conto, accogliendo con sollievo il gelo della notte invernale e la pioggia sferzante che si abbatte su di lui, le mani che si stringono disperatamente il tessuto della maglia fradicia all’altezza del petto; un ronzio sempre più insistente si insinua nelle sue orecchie e Jiyang riesce a compiere a malapena qualche passo, prima di perdere l’equilibrio e rovinare a terra, a carponi sull’asfalto. In balia delle emozioni che lo stanno squartando a pezzi, un unico pensiero si impone nella sua mente straniata: lo deve dire a Lin Shu. Lin Shu, che sta aspettando di sapere cos’è successo a sua sorella da venti lunghi anni. Lin Shu, che lui ha accusato di essere l’assassino della propria gemella quando il colpevole era in realtà il suo stesso padre. Oh, per Sungura, che cosa ha fatto?
    L’ondata di vergogna e senso di colpa che lo assale è talmente travolgente che il suo corpo lo costringere a rigettare quel poco che ha nello stomaco dallo shock, mentre spasmi violenti gli attraversano le membra; il ronzio che gli attanaglia le orecchie è ormai diventato insopportabile e la sua testa sembra sul punto di esplodere. Ed è in quell’esatto momento che Jiyang percepisce <i>qualcosa</i> smuoversi quasi fisicamente dentro di sé: con un violento snap, come se qualcuno avesse reciso con un colpo di forbici l’unico filo che ancora lo sosteneva dal precipitare in un baratro, tutto viene sommerso dalla quiete per un attimo. Un battito di palpebre e l’unica cosa che Jiyang registra prima di perdere conoscenza, è di star precipitando.

    Appena dopo essersi risvegliato, Jiyang ci mette qualche attimo a realizzare per capire cos’è successo: non sa perché, ma intorno a lui c’è solo desolazione. Tutto ciò che gli stava attorno è stato distrutto e spazzato via almeno a sette metri di distanza, la sua auto ribaltata con i finestrini in frantumi e addirittura il suolo sembra essere sprofondato di diversi centimetri, creando un cratere con lui al centro, l’asfalto pieno di crepe e buche. Sta ancora piovendo, quindi non dev’essere passato troppo tempo da quando è svenuto, ma ovunque posi lo sguardo, Jiyang vede solo devastazione. Un’improvviso panico lo sovrasta. Tutto questo… è colpa sua? Non sa come tutto ciò sia stato possibile, ma <i>sente</i> che è opera sua. Nonostante la confusione che gli annebbia la mente, una piccola parte di lui ringrazia silenziosamente di essere fuori città – non osa immaginare i danni se si fosse trovato in pieno centro abitato – e di aver lasciato Chiseng ad aspettarlo nel giardino della dimora di Lin Shu. Lin Shu! Deve sbrigarsi ad andare da lui. Il senso di colpa stringe ancora le sue viscere in una morsa, ma Jiyang sa quello che deve fare e, per quanto sia dilaniante, non si tirerà indietro.

    Quando finalmente riesce a raggiungere l'abitazione di Lin Shu, lo trova ad aspettarlo in giardino in compagnia di Chiseng, entrambi incuranti della pioggia. Jiyang a malapena riesce a trattenere le lacrime e permette solo un sospiro tremante di lasciare le sua labbra; vede Lin Shu osservare silenziosamente il suo aspetto, lo stato desolato in cui si trova, e riesce a leggergli nello sguardo il momento in cui realizza la verità. Jiyang gli sfiora un braccio con una mano quando condivide con lui la registrazione della conversazione del padre, prima di ritirarla quasi di scatto, come ustionato al solo contatto con l’altro – in che modo osava <i>lui</i> offrire conforto? Con quale coraggio stava in piedi davanti a quest’uomo? – e sotto gli occhi imperscrutabili di Lin Shu, casca in ginocchio ai suoi piedi, giurando sul nome dell’Imperatore che avrebbe portato suo padre, no, Xiao Jingxuan in manette davanti a un tribunale a rispondere di tutte le sue colpe.
    E quando finalmente riescono ad arrestare Zhao Bai ed a farlo confessare, Jiyang si sente morire una seconda volta nello scoprire che la notte dell’incidente il padre si era messo alla guida ubriaco, dopo aver bevuto in compagnia di Zhao Bai; la furia e la vergogna che prova di giorno in giorno divampano sempre più e lo stanno bruciando vivo.

    Mai nei suoi più fervidi sogni avrebbe pensato che un giorno si sarebbe trovato a puntare una pistola contro suo padre e invece è proprio ciò che Jiyang si vede costretto a fare – costretto? No, la sua mano non trema mentre impugna la pistola e osserva Lin Shu mettere Xiao Jingxuan in manette. Lo sente recitargli i suoi diritti e che è in arresto per l’omicidio e l’occultamento di cadavere di sua sorella e l’omicidio di Zheng Cai, ma quando le sue orecchie registrano la voce del padre provare a negare alcun coinvolgimento riguardo la seconda accusa, Jiyang non ha nemmeno bisogno di pensare: spara un colpo. Il proiettile manca di poco la spalla del padre, mandando in frantumi la vetrina alla sua sinistra ed è voluto – sa che è quello che serve per far passare a Jingxuan qualsiasi voglia di scampare alla sua pena.
    Con ormai entrambi i colpevoli dietro le sbarre, Jiyang arriva perfino a supplicare l’aiuto dei suoi superiori all’Esercito per far sì che essi vengano attualmente puniti dalla legge. Alla fine, Zhao Bai viene condannato all’ergastolo per omicidio e occultazione di cadavere, mentre Xiao Jingxuan viene strappato di tutti i suoi titoli e condannato a cinquant’anni di prigionia per omicidio colposo, occultamento di cadavere ed istigazione a omicidio per associazione con l’Esercito di Garuda.

    Nonostante l’essere riuscito a mantenere la promessa fatta al proprio partner, Jiyang si rifiuta di vedere Lin Shu dopo l’arresto del padre, non riuscendo a sostenere il senso di colpa e, senza dire alcun addio, torna silenziosamente a Ry&#363;g&#363;-j&#333;; in parte per evitare Lin Shu, in parte per raccattare i pezzi di ciò che è rimasto della sua persona.
    Con ogni convinzione infranta, Jiyang deve imparare nuovamente chi sia. Decide quindi di partire andando a ricercare la famiglia della madre, con cui aveva tagliato ogni legame dopo la morte di lei; la famiglia materna lo accoglie con diffidenza – e come poteva biasimarli, Jiyang pur sempre condivide il sangue dell’uomo che ha costretto loro figlia al suicidio (e non una, ma ben tre volte, fino a consumare tutti i semi che le erano rimasti) – ma nonostante tutto, lo accolgono e lo trattano come un nipote, raccontandogli volentieri le curiosità che ha sulla madre e storie sulla loro famiglia. Così scopre come sua madre discendesse da una stirpe di Furaku e che lui sembrava aver ereditato gli stessi geni, se l’avvenimento di <i>quella</i> notte ne era indicazione. Nel salutare i suoi nonni, prima di partire, l’ultima domanda che pone, esitante, è di essere guidato alla tomba della madre, in modo da poterle porgere il proprio rispetto per la prima volta da quando è morta.
    Jiyang si rifugia poi sulle catene montuose dell’Hang ed è qui che passa l’ultimo mese dell’anno in totale isolamento, chiedendo ospitalità al monastero dell’Ordine degli Esorcisti di Sungura. Una volta sortiti i propri pensieri su ciò che fare per il futuro, in una placida sera primaverile, accoccolato contro il corpo caldo di Chisheng, decide di diventare umano: forse, tendendo una mano agli altri, avrebbe trovato qualcuno disposto a stringerla e forse, una volta guarito abbastanza, sarebbe riuscito a tornare a trovare Lin Shu e i suoi amici a Shufen senza venir annichilito dalla vergogna e il senso di colpa.
    Piccoli passi, sorride tra sé Jiyang; per prima cosa, sarà meglio tornare a lavoro.

    </div></div></div></div></div>

    <div style="width: 450px !important"><div class="pet_n" style="background-color: #ff968a ">CHISHENG</div><div class="pet_s"><div class="pet_info"><b>Nome:</b> Chisheng </div> <div class="pet_info"><b>Razza:</b> Tigre Gigante di Fuhua </div> <div class="pet_desc">Chisheng è la tigre del Fuhua con cui Jiyang si è legato appena dopo essere entrato nell'Esercito degli Youkai. Allora un giovane esemplare di appena dieci anni, scelse Jiyang come suo compagno fin dal primo sguardo, sebbene lo abbia fatto comunque sudare sette camicie prima di riconoscerlo ufficialmente come partner.
    Dopo aver passato insieme gli ultimi quindici anni, Chisheng è cresciuta in una maestosa tigre alta due metri e lunga sei. Fiera del suo aspetto imponente, adora tenere il candido manto pulito e splendente, poiché particolarmente sensibile agli odori – le piacciono i profumi dolci e freschi, mentre se avverte un odore che non le piace, arriva perfino a rifiutarsi di avvicinarsi all’oggetto in questione.
    Testarda almeno quanto la sua controparte umana e dal portamento orgoglioso, Chisheng non si lascia mancare di rispetto da nessuno: se le fai un torto, aspettati di essere ripagato con la stessa moneta. Motivo per cui, lei e Jiyang hanno passato l'intera adolescenza a battibeccare e farsi dispetti, fino al giungere a una rispettiva tregua (la quale non viene minimamente rispettata, visto che Chisheng si diletta tutt'ora a mettere Jiyang in situazioni imbarazzanti solo per poter osservare le sue reazioni con nemmeno troppo velato divertimento – quando succede, per ripicca Jiyang si rifiuta di spazzolarle il pelo per una settimana). Nonostante ciò, Chisheng è fervidamente protettiva nei confronti del suo compagno e, se necessario, non esita a sfoderare tutta la sua ferocia per poterlo tenere al sicuro.
    Sebbene di indole impetuosa, nei momenti critici, ella assume un atteggiamento calmo e controllato, preferendo giocare di astuzia e saggezza; dove Jiyang vacillerà sotto emozioni troppo intense da sostenere, lei sarà lì al suo fianco, pronta a sorreggerlo e tenerlo con i piedi ben ancorati a terra. </div></div></div>


    Thank u so much <3

    Edited by Vinceowl - 21/5/2022, 15:58
     
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    Abbiamo dato un'occhiata alle modifiche e c'è una cosina che forse ti è sfuggita:
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    l'unica playlist che accetta di mettere alla radio sono i grandi successi rock degli anni '70 - '80.

    Data l'ambientazione, più che indicare il periodo storico (che per ovvi motivi non coinciderebbe) ti consiglieremmo di lasciare giusto il genere musicale.
     
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    CITAZIONE (Yukari @ 21/5/2022, 15:42) 
    Abbiamo dato un'occhiata alle modifiche e c'è una cosina che forse ti è sfuggita:
    CITAZIONE
    l'unica playlist che accetta di mettere alla radio sono i grandi successi rock degli anni '70 - '80.

    Data l'ambientazione, più che indicare il periodo storico (che per ovvi motivi non coinciderebbe) ti consiglieremmo di lasciare giusto il genere musicale.

    Intendevo tipo il 970-980 nel periodo storico del gdr proprio, devo modificare così o lo tolgo?
     
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    Sarebbe più corretto toglierlo, dato che non abbiamo dato nessuna indicazione ufficiale su quando sia nato il rock 🤔
     
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    CITAZIONE (Yukari @ 21/5/2022, 15:56) 
    Sarebbe più corretto toglierlo, dato che non abbiamo dato nessuna indicazione ufficiale su quando sia nato il rock 🤔

    Tolto!
     
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    Vorrei fare una piccola modifica alla mia scheda:

    Nome personaggio + link scheda:Egmund Adalfried Weber
    Richiedo la modifica di: modificare l'età in 35 anni
    Codice: //

    Grazie <3
     
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